Le staminali di memoria nuova arma contro le neoplasie
Le staminali di memoria potranno contribuire a combattere una neoplasia e le sue eventuali ricadute sfruttando le naturali difese dell'organismo, armandole a lungo termine contro i tumori.
Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, è stato condotto dal Tiget ( Istituto Telethon per la terapia genica ) con sede presso l’Ospedale San Raffaele di Milano.
I ricercatori del Tiget, diretto da Luigi Naldini, hanno dimostrato che un particolare tipo di linfociti T Ogm, modificati con la terapia genica, sono in grado di mantenere nel tempo, almeno per 12 anni, la capacità di riprodursi e di assolvere alle loro funzioni di baluardo contro attacchi esterni.
La ricerca ha svelato dove vanno, cosa fanno e quanto vivono le cellule staminali utilizzate in medicina contro malattie un tempo mortali come la leucemia.
Sono stati presi in esame gli studi di terapia genica avviati quasi 20 anni fa sui malati di Ada-Scid: i cosiddetti bimbi in bolla, che a causa di un gene difettoso sono privi delle difese immunitarie necessarie a combattere anche un semplice raffreddore.
Grazie a una tecnica messa a punto al Tiget nel 2002, oggi i bimbi in bolla possono guarire: si prelevano le loro staminali ematopoietiche ( quelle che hanno il compito di produrre le cellule del sangue ), si modificano inserendo la versione corretta del gene sbagliato veicolata da un virus reso innocuo ( HIV ), quindi si reinfondono nel malato.
Utilizzando un particolare metodo di tracciatura molecolare, basato una sorta di codice a barre che marchia le cellule quando vengono modificate geneticamente, i ricercatori del Tiget sono in grado di analizzare il destino delle cellule stesse una volta reintrodotte nel malato.
Dall’analisi è emerso che i linfociti T modificati geneticamente sono sicuri a lungo termine ( in 12 anni non hanno prodotto alcun evento avverso nell'organismo umano ), e mantengono l’efficacia, cioè continuano a svolgere efficacemente il loro compito.
Queste cellule, che in gergo tecnico si chiamano T memory stem cell, sono in pratica delle staminali di secondo livello: mentre le staminali ematopoietiche classicamente intese possono dare origine a tutte le cellule del sangue, queste producono solo linfociti T.
Sono cellule precursore che, opportunamente modificate nel loro DNA attraverso la tecnica usata anche nella terapia genica, possono diventare armi interne contro la neoplasia e costituire una riserva cellulare che continua a combatterlo.
Lo studio ha dimostrato che, oltre ai linfociti T che vengono armati contro il cancro e combattono in prima linea il tumore in atto, le cellule T staminali di memoria forniscono una riserva particolarmente importante in caso di recidiva tumorale. Se si sviluppa una ricaduta, infatti, queste cellule possono ricostruire all'interno dell'organismo un esercito anticancro. ( Xagena_2015 )
Fonte: Tiget, 2015
Onco2015 Med2015