STEMI: sicurezza della somministrazione intracoronarica di Eptifibatide prima di un PCI primario


L’embolizzazione distale di materiale aterotrombotico durante intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario è associato ad alterata perfusione miocardica, abnorme funzione ventricolare sinistra e più alta incidenza di mortalità.

L’antagonista del recettore della glicoproteina IIb/IIIa ha dimostrato in vitro di promuovere la disaggregazione dei coaguli.

La somministrazione intracoronarica di Eptifibatide ( Integrilin ) in vivo, può aumentare la concentrazione locale del farmaco e promuovere l’azione antiaggregante con un minimo incremento della concentrazione sistemica del farmaco.

Uno studio coordinato da Ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston ha verificato se la somministrazione intracoronarica di Eptifibatide prima di un intervento coronarico percutaneo primario per un infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ) fosse sicura e fosse associata ad alte percentuali di normale perfusione miocardica.

Tra i 59 pazienti ai quali è stato somministrato Eptifibatide, non è stato riscontrato nessun caso fatale, nessuna rivascolarizzazione urgente o reinfarto.
Non sono emersi sanguinamenti TIMI maggiori, mentre si sono presentati 2 casi di sanguinamenti TIMI minori.

Una normale perfusione miocardica con flusso TIMI di grado 3 dopo PCI è stata osservata nel 54.4% dei pazienti.

Secondo questo studio, l’Epitifibatide per via intracoronarica può essere somministrato con sicurezza prima dell’intervento di PCI primario, ed è associato a poche reazioni avverse. ( Xagena_2005 )

Pinto DS et al, Am J Cardiol 2005; 96: 1494-1497




MedicinaNews.it

XagenaFarmaci_2005