I pazienti con lesioni alle biforcazioni presentano un esito meno favorevole rispetto ai pazienti con lesioni metafisarie e ostiali
Uno studio ha confrontato il rischio cumulativo di eventi avversi maggiori cardiaci ( MACE ) tra i pazienti con stenosi dell’arteria coronaria principale sinistra, distale, non-protetta ( ULMCA ), con quella di pazienti con lesioni ostiali e metafisarie, trattate con stent a eluizione di farmaco.
L’indagine, promossa dall’Italian Society of Invasive Cardiology sulla stenosi ULMCA, ha coinvolto 19 Centri in Italia.
Sono stati arruolati 1.111 pazienti con stenosi ULMCA, sottoposti a impianto di uno stent a rilascio di farmaco.
I maggiori eventi avversi cardiaci sono stati definiti come: mortalità, infarto miocardico, e rivascolarizzazione della lesione target.
Un totale di 334 pazienti hanno presentato lesioni ostiali e metafisarie ( gruppo 1 ) e 777, invece, biforcazioni ( gruppo 2 ).
L’hazard ratio del rischio, aggiustato, di MACE, a 2 anni, tra i pazienti del gruppo 2 verso il gruppo 1 è stato pari a 1.50 ( p=0.024 ).
E’ stata riscontrata una significativa differenza tra i pazienti con biforcazioni trattati con due stent, e quelli nel gruppo 1 ( p=0.001 ), ma non tra i pazienti con biforcazioni trattati con uno stent e quelli del gruppo 1 ( p=0.038 ).
I pazienti con biforcazioni hanno presentato un outcome peggiore rispetto ai pazienti con lesioni ostiali e metafisarie. Tuttavia, la tecnica impiegata a trattare le biforcazioni ha avuto un impatto significativo sugli esiti clinici. ( Xagena_2009 )
Palmerini T et al, Eur Heart J 2009 ; 30 ; 2087-2094
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Cardio2009