Il pacing atriale può essere considerato un’ alternativa sicura al pacing ventricolare minimale solo backup
L’obiettivo dello studio DAVID II ( Dual Chamber and VVI Implantable Defibrillator II ) era quello di determinare se la stimolazione atriale fosse un’alternativa sicura alla stimolazione ventricolare minimale ( solo backup ) in pazienti con impianto di defibrillatore e funzione ventricolare ridotta.
Lo studio DAVID aveva dimostrato che il tasso di pacing bicamerale responsivo rispetto al pacing ventricolare solo di backup peggiora l’end point combinato di mortalità e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca.
È stato ipotizzato che un’alterata attivazione ventricolare del pacing ventricolare destro sia la causa probabile di questo effetto di scarso adattamento, ma l’ipotesi non è ancora stata dimostrata.
In totale, 600 pazienti con funzione ventricolare ridotta da 29 Centri negli Stati Uniti che hanno richiesto un impianto di defibrillatore per prevenzione primaria o secondaria e senza indicazione clinica per pacing sono stati assegnati in maniera casuale a pacing atriale ( a 70 battiti/min ) oppure a pacing ventricolare minimale ( a 40 battiti/min ).
I pazienti sono stati seguiti per una media di 2.7 anni.
Non sono state osservate differenze significative tra i due bracci di pacing nelle caratteristiche basali dei pazienti, nell’uso di farmaci per insufficienza cardiaca e nell’endpoint primario combinato di tempo alla morte o all’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nel corso del follow-up, con una incidenza generale di 11.1%, 16.9% e 24.6%, rispettivamente, a 1, 2 e 3 anni.
In modo simile, l’incidenza di fibrillazione atriale, sincope, shock appropriati o inappropriati e misure di qualità di vita non hanno mostrato differenze significative tra i gruppi di trattamento.
In conclusione, l’effetto del pacing atriale sulla sopravvivenza libera da eventi e sulla qualità di vita è risultato sostanzialmente non-peggiore e più o meno equivalente al pacing ventricolare solo backup.
Il pacing atriale può essere considerato un’ alternativa sicura quando è necessario un pacing nei pazienti con impianto di defibrillatore, ma non apporta un chiaro vantaggio o svantaggio rispetto al pacing ventricolare che minimizza la stimolazione in generale. ( Xagena_2009 )
Wilkoff BL et al, J Am Coll Cardiol 2009; 53: 872-80
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Cardio2009