Malattia del tronco comune non protetto: riduzione del tasso di rivascolarizzazione della lesione target con l’impiego dei stent medicati


La stenosi del tronco comune non-protetto ( TCNP ) è considerata un’indicazione standard per la rivascolarizzazione chirurgica del miocardio. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che lo stenting del TCNP è sicuro e fattibile in pazienti selezionati.

Gli stent medicati si sono dimostrati superiori a quelli tradizionali ( stent di metallo nudo ) nella riduzione della restenosi e degli eventi cardiaci avversi maggiori ( MACE ) sia durante il ricovero che nel follow-up, dopo il trattamento della malattia del tronco comune non-protetto.

Numerosi studi hanno indicato che la prognosi a medio termine dei pazienti sottoposti a stenting del tronco comune è buona, ma la maggior parte di questi studi è limitata dall’esecuzione su piccole coorti di pazienti e dalla disponibilità dei risultati solo a medio termine. Pertanto, cardiologi dell’Università di Catania hanno deciso di valutare l’impatto a più lungo termine dell’impianto di stent a eluizione di farmaco o di stent di metallo nudo in una vasta coorte di pazienti sottoposti a stenting della malattia del tronco comune non-protetto.

Nel periodo 2002-2008, un totale di 354 pazienti consecutivi affetti da stenosi del tronco comune non-protetto sono stati trattati con intervento percutaneo ( PCI ) e impianto di stent di metallo nudo ( n=53 ) o stent a rilascio di farmaco ( n=301 ).

Il periodo medio di follow-up clinico è stato di 551 giorni.

Complessivamente, il tasso di MACE è risultato significativamente inferiore nel gruppo stent a rilascio di farmaco ( 16.6% vs 26.4%, P=0.02 ). L’effetto favorevole è stato determinato da una riduzione dei decessi ( 6% vs 9.4%, P=0.11), infarto miocardico ( 2.7% vs 3.8%, P=0.33 ) e rivascolarizzazione del vaso bersaglio dopo impianto del stent medicato ( 9% vs 15.1%, P=0.11 ).

Dopo aggiustamento per i predittori indipendenti di eventi avversi, i valori di hazard ratio ( HR ) aggiustati e relativi al rischio di mortalità e di infarto miocardico dopo impianto di stent a rilascio di farmaco rispetto all’impianto di stent di metallo nudo sono risultati rispettivamente pari a 0.99 ( P=0.98 ) e 0.59 ( P=0.56 ).
Il valore di HR aggiustato relativo ai MACE a 2 anni è stato pari a 0.50 ( P=0.056 ), principalmente determinato da una riduzione statisticamente significativa della rivascolarizzazione del vaso target ( HR=0.30; P=0,018 ).

I pazienti con malattia del tronco comune non-protetto trattati con stent medicati hanno presentato una riduzione significativa nel tasso di rivascolarizzazione della lesione target, senza un aumento del rischio di morte o di infarto del miocardio. ( Xagena_2009 )

Capodanno D et al, Minerva Cardioangiologica 2009; 57: 1-6



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Cardio2009