Fibrillazione atriale: l’uso degli stent medicati non appare giustificato


Gli stent a eluizione di farmaco non sono stati sufficientemente studiati nei pazienti con fibrillazione atriale.
Pertanto, uno studio si è posto l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia dell’uso degli stent a rilascio di farmaco, rispetto agli stent di metallo nudo, in una coorte di pazienti con fibrillazione atriale.

Sono stati revisionati i dati di 604 pazienti con fibrillazione atriale che erano stati sottoposti a intervento coronarico percutaneo con impianto di stent nell’arco di 7 anni ( 2010-2008 ).

Sono state confrontate due coorti, l’una ( n=207 ) di pazienti che avevano ricevuto lo stent medicato, e l’altra ( n=207 ) con impianto di stent a metallo nudo.

Il periodo osservazionale medio è stato di 693 giorni.

L’incidenza di MACE ( gravi eventi avversi cardiaci ), così come l’incidenza di mortalità generale, è risultata simile tra i due gruppi.

E’ stata riscontrata una più alta incidenza di sanguinamento maggiore tra i pazienti a cui era stato impiantato uno stent a rilascio di farmaco ( 2.26 versus 1.19 per 10.000 giorni di esposizione; p=0.03 ).

All’analisi multivariata, l’età, la fibrillazione atriale cronica, l’insufficienza renale cronica, e il non-uso di Dicumarolo erano predittori di MACE e di mortalità generale.
L’uso di stent medicato non era predittore di riduzione degli eventi.

In conclusione, l’impiego di routine di stent a rilascio di farmaci nei pazienti con fibrillazione atriale non appare essere giustificata. A causa del più alto rischio di sanguinamenti maggiori con gli stent medicati, rispetto agli stent di metallo nudo, gli stent a rilascio di farmaco dovrebbero essere limitati a lesioni o a pazienti con un alto rischio di ristenosi. ( Xagena_2009 )

Ruiz-Nodar JM et al, Eur Heart J 2009; 30: 932-939



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Cardio2009