Stent di metallo nudo versus stent a eluizione di farmaco: eventi cardiaci avversi maggiori e infezione da epatite C


Non ci sono dati di confronto riguardo all’esito a lungo termine degli stent di metallo nudo rispetto agli stent medicati in pazienti con virus dell'epatite C ( HCV ).
E’ stato ipotizzato che nei pazienti con infezione da HCV, il tasso di eventi cardiaci avversi maggiori sarebbe minore, e i tassi di mortalità simili, nei pazienti trattati con stent medicati rispetto ai pazienti trattati con stent di metallo nudo.

L'incidenza di eventi cardiaci avversi maggiori nel corso di un lungo periodo di follow-up, compresi decesso, infarto miocardico e rivascolarizzazione del vaso bersaglio, è stata studiata in pazienti con infezione da virus dell'epatite C sottoposti a intervento coronarico percutaneo con stent di metallo nudo o stent a eluizione di farmaco.

Tra i 78 pazienti esaminati, sono stati impiantati 41 stent di metallo nudo e 37 stent medicati.

A 42 mesi di follow-up, si sono verificati eventi cardiaci avversi maggiori in 9 dei 41 pazienti ( 22% ) nel gruppo stent di metallo nudo ( età media 63 anni, 66% uomini ) e in 7 dei 37 pazienti ( 19% ) nel gruppo stent a eluizione di farmaco ( età media 61 anni, 65% uomini ).

Non vi è stata alcuna differenza significativa tra eventi cardiaci avversi maggiori nel gruppo con stent di metallo nudo rispetto al gruppo con stent medicati. Questo fatto è stato confermato anche dopo aver controllato la lunghezza dello stent, la complessità della lesione, e altre comorbidità.

La mortalità per tutte le cause non è stata significativamente differente nel gruppo con stent di metallo nudo rispetto al gruppo con stent a rilascio di farmaco ( 7% versus 5% ).

In conclusione, dopo un follow-up a lungo termine dei pazienti con infezione da virus dell’epatite C con funzione epatica stabile, i tassi di eventi cardiaci avversi maggiori e di mortalità per tutte le cause sono risultati simili nei gruppi con stent di metallo nudo e con stent a eluizione di farmaco. ( Xagena_2010 )

Palaniswamy C et al, Clin Cardiol 2010; 33: 367-370



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