Malattia renale allo stadio terminale: esiti clinici di pazienti in dialisi dopo impianto di stent a rilascio di farmaco
Studi di angioplastica cardiaca transluminale percutanea ( PTCA ) in pazienti con malattia renale allo stadio terminale sottoposti ad emodialisi hanno suggerito alte percentuali di complicazioni procedurali e di ristenosi.
L’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) con stent di metallo semplice ha ridotto significativamente la ristenosi e la conseguente rivascolarizzazione della lesione bersaglio ( TLR ) in questi pazienti, anche se non ai livelli dei controlli non in dialisi.
L’introduzione di stent a rilascio di farmaci ha ridotto enormemente la percentuale di ristenosi rispetto agli stent di metallo nudo nei pazienti con differenti caratteristiche cliniche ed angiografiche, tuttavia il loro impatto sui pazienti con nefropatia terminale in dialisi non è chiaro a causa della frequente esclusione di questa popolazione dai principali studi clinici.
Uno studio ha confrontato, attraverso tecniche meta-analitiche, gli esiti dell’intervento di PCI con stent medicati e con stent di metallo nudo su pazienti con malattia renale in fase terminale sottoposti a dialisi.
Sono stati individuati gli studi comparativi pubblicati nel periodo 2002-2009 sul confronto tra stent a eluizione di farmaco e stent di metallo nudo in pazienti con malattia renale terminale in dialisi.
Gli endpoint primari erano rappresentati da: mortalità, infarto del miocardio e necessità di rivascolarizzazione della lesione bersaglio. Un endpoint secondario consisteva nellala perdita luminale tardiva.
Sono stati inclusi nell’analisi cinque studi che hanno riguardato 641 pazienti ( 279 con stent medicato e 362 con stent di metallo nudo ). Tutti gli studi consistevano nel confronto non-randomizzato tra stent rilasciante farmaco e stent di metallo nudo.
La lunghezza del periodo di follow-up era nell’intervallo compreso tra 9 e 12 mesi.
Gli esiti clinici intra-ospedalieri sono risultati simili tra i due gruppi. Al momento della visita di controllo era presente una tendenza verso una ridotta rivascolarizzazione della lesione bersaglio ( odds ratio, OR=0.50; P=0.011; I2=48% ) ed una ridotta perdita luminale tardiva ( WMD: -0,34; P=0.09; I2=58% ) nei pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo con impianto di stent a eluizione di farmaco.
Non sono state riscontrate differenze tra i due gruppi riguardo alla percentuale di mortalità per qualsiasi causa ( OR=0.66; P=0.070; I2=0% ) e di infarto del miocardio ( OR=1.35; P=0.53; I2=0% ).
Dallo studio è emerso che nei pazienti con malattia renale in stadio terminale in dialisi sottoposti a intervento PCI, gli stent medicati sono risultati sicuri e in grado di ridurre le rivascolarizzazioni ripetute.
Il numero ridotto di pazienti e la limitata qualità degli studi inclusi nell’analisi impongono, tuttavia, un’interpretazione cauta dei risultati. ( Xagena_2009 )
Athappan G, Ponniah T, Minerva Cardioangiologica 2009; 57: 291-297
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