Bypass coronarico: aumento della mortalità nei pazienti sottoposti a terapia preoperatoria con Ace inibitori


La terapia con Ace inibitori ha dimostrato di ridurre l’incidenza di mortalità e di prevenire gli eventi cardiovascolari nei pazienti con malattia coronarica. Tuttavia l’impiego pre-operatorio di questi farmaci nei pazienti sottoposti a bypass coronarico ( CABG ) rimane controverso.
Uno studio retrospettivo, osservazionale, ha valutato l’effetto della terapia con Ace inibitori sugli esiti clinici precoci dopo bypass coronarico di 10.023 pazienti consecutivi. Di questi 3.052 hanno assunto gli Ace inibitori in fase pre-operatoria.

La percentuale totale di mortalità è stata pari all’1%. La terapia con Ace inibitori è risultata associata a un raddoppio del rischio di mortalità ( 1.3% versus 0.7%; odds ratio, OR=2; p=0.013 ).

E’ stata anche riscontrata una differenza significativa tra il gruppo trattato con Ace inibitori e il gruppo controllo riguardo al rischio di disfunzione renale post-operatoria ( 7.1% versus 5.4%; OR=1.36; p=0.006 ), fibrillazione atriale ( 25% versus 20%; OR=1.34; p<0.0001 ) e aumentato uso di supporto inotropico ( 45.9% versus 41.1%; OR=1.22; p<0.0001 ).

All’analisi multivariata, il trattamento pre-operatorio con Ace inibitori è risultato essere un predittore indipendente di mortalità ( p=0.04 ), disfunzione renale post-operatoria ( p=0.0002 ), uso di farmaci inotropi ( p<0.0001 ), e fibrillazione atriale ( p<0.0001 ). ( Xagena_2009 )

Miceli A et al, J Am Coll Cardiol 2009; 54: 1778-1784



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