Chirurgia non-cardiaca: nessuna evidenza a supporto dell’uso perioperatorio dei beta-bloccanti
Le linee guida dell’American College of Cardiology ( ACC ) e dell’American Heart Association ( AHA ) raccomandano l’impiego perioperatorio dei beta-bloccanti per gli interventi chirurgici non cardiaci, sebbene i risultati di alcuni studi clinici non sembrino essere a supporto di questa raccomandazione.
È stata compiuta una revisione della letteratura con l’obiettivo di valutare l’impiego perioperatorio dei beta-bloccanti nei pazienti sottoposti a chirurgia non-cardiaca.
Sono stati individuati 33 studi clinici, che hanno incluso 12.306 pazienti.
I beta-bloccanti non sono risultati associati a nessuna significativa riduzione del rischio di mortalità totale, mortalità cardiovascolare o insufficienza cardiaca, ma sono risultati associati a una riduzione ( odds ratio, OR=0.65 ) dell’infarto miocardico non-fatale ( numero di pazienti necessario da trattare per prevenire 1 evento, NNT=63 ) e a una riduzione ( OR=0.36 ) nell’ischemia miocardica ( NNT=16 ) a scapito di un aumento ( OR=2.01 ) negli ictus non-fatali ( numero necessario per il danno, NNH=293 ).
Gli effetti benefici dei beta-bloccanti sono emersi principalmente da studi clinici ad alto rischio di bias.
Riguardo alla sicurezza, i beta-bloccanti erano associati a un alto rischio di bradicardia perioperatoria richiedente trattamento ( NNH=22 ) e ipotensione perioperatoria richiedente trattamento ( NNH=17 ).
Non è stato riscontrato nessun aumento del rischio di broncospasmo.
In conclusione, l’evidenza non fornisce elementi a supporto della terapia con beta-bloccanti nella prevenzione degli outcome ( esiti ) clinici perioperatori nei pazienti sottoposti a chirurgia non-cardiaca. ( Xagena_2008 )
Bangalore S et al, Lancet 2008; 372: 1962-1972
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