L’iponatriemia predice la mortalità e l’insufficienza cardiaca nel lungo periodo dopo STEMI
Bassi livelli di sodio nella fase precoce dell’infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ) sono in grado di predire il rischio nel lungo periodo di mortalità e di insufficienza cardiaca dopo dimissione ospedaliera.
I Ricercatori hanno studiato l’outcome ( esito ) di 978 pazienti che erano sopravvissuti ad infarto miocardico STEMI, senza una storia di insufficienza cardiaca.
Di questi l’11% aveva presentato iponatriemia al momento del ricovero ospedaliero ( livelli plasmatici medi di sodio inferiori a 136mEq/l ).
Il periodo medio di follow-up è stato di 31 mesi.
In questo lasso di tempo, il 10.6% dei pazienti è morto e l’11.7% è stato di nuovo ricoverato per insufficienza cardiaca.
Dopo aggiustamento per la frazione d’eiezione ventricolare sinistra e per i potenziali fattori confondenti, l’iponatriemia è risultata essere un fattore indipendente nel predire la morte ( hazard ratio, HR = 2 ) ed il ricovero per insufficienza cardiaca dopo dimissioni ( HR = 1.6 ).
Un’ulteriore analisi ha dimostrato che ciascuna riduzione di 1mEq/l nei livelli di sodio era associata ad un aumento del rischio di morte o di insufficienza cardiaca del 12%. ( Xagena_2006 )
Fonte: Archives of Internal Medicine 2006; 166: 781-786
Cardio2006