La prognosi dei pazienti con tachiaritmie ventricolari sostenute dipende dalla malattia cardiaca sottostante

La prognosi dei pazienti affetti da tachiaritmie ventricolari sostenute varia in base alle caratteristiche cliniche.
L'obiettivo dello studio AVID (Antiarrhythmic Versus Implantable Defrillators) è stato quello di identificare i predittori di sopravvivenza in una numerosa popolazione di pazienti con tachiaritmie ventricolari sostenute.
Lo studio è stato compiuto su 3559 pazienti. Dopo un periodo medio di 17 +/- 12 mesi, 631 pazienti sono morti.
La sopravvivenza attuariale è stata di 0,86 , 0,79 e 0,72 a 1, 2 e 3 anni.
Tra i predittori di peggioramento della sopravvivenza sono stati individuati: l'età, grave disfunzione ventricolare sinistra, più bassa pressione sanguigna sistolica, storia di insufficienza cardiaca congestizia, diabete, fumo, fibrillazione atriale, preesistente pacemaker.
L'impianto di un defibrillatore e la dimissione ospedaliera di pazienti in trattamento con beta-bloccante o ACE-inibitore, sono stati associati ad una migliore prognosi.
Tuttavia, nonostante gli avanzamenti terapeutici, l'incidenza di mortalità nei bambini con tachiaritmie ventricolari sostenute rimane alta
La prognosi dipende dalla gravità della malattia cardiaca sottostante. (Xagena 2000)
(Pinski SL et al, Am Heart J 2000; 139: 804-813)
(Keywords: tachiaritmie ventricolari sostenute, aritmie ventricolari sostenute, TVS, malattia cardiaca sottostante, insufficienza cardiaca congestizia)