Linee guida 2025 ACC e AHA per la gestione delle sindromi coronariche acute


Sono state pubblicate le linee guida ACC/AHA/ACEP/NAEMSP/SCAI 2025 per la gestione dei pazienti con sindromi coronariche acute ( SCA ).

Le linee guida si concentrano sulla gestione dell’angina instabile e dell’infarto miocardico.

Duplice terapia antipiastrinica

La duplice terapia antipiastrinica ( DAPT ), che comprende la somministrazione di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) più un inibitore P2Y12, è già raccomandata per le persone con sindrome coronarica acuta. Sebbene riduca il rischio di infarto miocardico ricorrente, può aumentare il rischio di sanguinamento in alcuni pazienti. La DAPT è raccomandata per almeno 12 mesi dopo la dimissione dall’ospedale per i pazienti con basso rischio di sanguinamento; sono raccomandate diverse strategie per i pazienti con un rischio di sanguinamento più elevato.

Intervento coronarico percutaneo

E' stata sottolineata l’importanza dell’approccio radiale rispetto all'approccio femorale per l’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) nei pazienti con sindrome coronarica acuta per ridurre il rischio di sanguinamento, complicazioni vascolari e morte. L’imaging intravascolare per guidare la procedura PCI è una raccomandazione di classe 1, con livello di evidenza A.

Ticagrelor o Prasugrel versus Clopidogrel

Viene raccomandano l'uso di Ticagrelor o Prasugrel rispetto a Clopidogrel nei pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo, grazie alla loro superiore efficacia nel ridurre gli eventi cardiovascolari avversi maggiori ( MACE ).

Shock cardiogeno

Lo shock cardiogeno è una condizione minacciante la vita che si verifichi in circa il 10% dei pazienti con infarto miocardico acuto, ed è associato a un tasso di mortalità precoce dal 40% al 50%. La rivascolarizzazione tempestiva è di fondamentale importanza e le linee guida le assegnano una raccomandazione di classe 1.

Rivascolarizzazione completa

Per i pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST ( NSTEMI ), è raccomandata la strategia di rivascolarizzazione completa piuttosto che il semplice trattamento della lesione responsabile, con considerazioni sulla possibilità di un intervento coronarico percutaneo multivascolare o di un bypass aorto-coronarico in base alla complessità della malattia e alle comorbilità.

Pompa a flusso microassiale per lo shock cardiogeno

Studi hanno sottolineato l'importanza dell'uso della pompa a flusso microassiale in pazienti selezionati con shock cardiogeno. Tuttavia, sono state anche evidenziate precauzioni sui rischi associati come sanguinamento, ischemia degli arti e insufficienza renale.

Trasfusione di emazie per l'anemia

Le linee guida hanno indicato che potrebbe essere ragionevole trasfondere emazie per mantenere l'emoglobina a 10 g/dL nei pazienti con sindrome coronarica acuta che presentano anemia acuta o cronica e non presentano sanguinamenti attivi.

Prevenzione secondaria

La prevenzione secondaria dopo sindrome coronarica acuta, focalizzata sulla riduzione della progressione, della recidiva o delle complicazioni, è fondamentale nel processo di recupero. Le raccomandazioni:

- Il profilo lipidico a digiuno deve essere condotto da 4 a 8 settimane dopo l’inizio o un aggiustamento della dose della terapia ipolipemizzante per valutare l'efficacia ( classe 1 );

- Le persone con sindrome coronarica acuta che assumono una statina alla dose massima tollerata con un colesterolo LDL maggiore o uguale a 70 mg/dL dovrebbero aggiungere un agente ipolipemizzante non-statinico, come Ezetimibe, Evolocumab, Alirocumab, Inclisiran o Acido Bempedoico, per ridurre ulteriormente il rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori ( classe 1 );

- Per le persone con livelli di colesterolo LDL inferiori a 55-69 mg/dL che assumono già una statina alla dose massima tollerata, l'aggiunta di una non-statina per ridurre produce benefici ( classe 2a );

E' fortemente raccomandato l'invio alla riabilitazione cardiaca ambulatoriale prima della dimissione ospedaliera per ridurre decessi, infarti miocardici e ricoveri ospedalieri e migliorare lo stato funzionale e la qualità di vita ( classe 1 ). ( Xagena_2025 )

Fonte: Journal of American College of Cardiology ( JACC ) & Circulation, 2025

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