La chiusura percutanea del forame ovale pervio è una procedura non priva di rischio nei pazienti con precedente embolia paradossa
Ricercatori dell’Università di Genova hanno riportato i dati di pazienti, selezionati, con una precedente embolia paradossa, che sono stati sottoposti a chiusura transcatetere del forame ovale pervio.
Nel periodo intercorso tra il 2001 ed il 2007, la chiusura percutanea del forame ovale pervio è stata eseguita su 128 pazienti ( 65 donne di età media 46 anni ).
La chiusura del forame ovale pervio era raccomandata per la prevenzione secondaria nei pazienti con precedenti attacchi ischemici transitori ( TIA ) ( 52.5% ), ictus ( 46% ), o embolia periferica ( 1.5% ).
L’impianto ha avuto successo in tutti i pazienti, e alla fine dell’intervento, la chiusura completa del forame ovale pervio è stata raggiunta nel 70.3% dei pazienti.
Non è stata riscontrata nessuna complicanza maggiore.
L’incidenza generale di complicanze ( principalmente emorragiche ) è stata del 7%.
Il periodo osservazionale medio è stato di 32 mesi.
La completa chiusura è stata raggiunta nel 78.4% e nell’82.5% dei pazienti al terzo mese e al sesto mese, rispettivamente.
Durante il periodo di follow-up non è stato osservato alcun evento tromboembolico.
In conclusione, la chiusura percutanea del forame ovale pervio è una procedura fattibile, ma non è una tecnica priva di rischio. ( Xagena_2008 )
Balbi M et al, Am Heart J 2008; 156: 356-360
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