STEMI: il diabete mellito sembra abolire il beneficio dell’angioplastica coronarica primaria sul rischio di reinfarto nel lungo periodo
Ci sono poche informazioni riguardo all’effetto del diabete mellito sull’outcome ( esito ) clinico a lungo termine dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario rispetto alla fibrinolisi nei pazienti con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento ST ( STEMI ).
I Ricercatori del sottostudio DANAMI-2 hanno analizzato l’outcome clinico a 3 anni nei pazienti affetti da diabete e nei pazienti senza diabete, assegnati in modo random a fibrinolisi o a PCI.
L’end point composito era rappresentato da morte, reinfarto, clinico, ictus invalidante.
Il periodo di follow-up medio è stato di 3.8 anni.
Tra i 1572 pazienti consecutivi con infarto STEMI che sono stati randomizzati a PCI o a fibrinolisi, l’11% ( n = 173 ) presentava diabete mellito; 60 di questi pazienti trattati con Metformina sono stati esclusi.
Dopo 3 anni nessuna differenza è stata osservata tra i pazienti diabetici che erano stati assegnati all’intervento coronarico percutaneo o alla fibrinolisi; mentre il PCI è risultato superiore alla fibrinolisi nei pazienti privi di diabete.
L’incidenza a 3 anni di reinfarto clinico, analizzata mediante l’analisi di regressione di Cox, ha mostrato che il PCI rispetto alla fibrinolisi aumenta il rischio relativo di reinfarto clinico nei pazienti non diabetici ( rischio relativo, RR = 2.57; p < 0.001 ).
Dallo studio DANAMI 2 è emersa l’ipotesi che il diabete può abolire l’effetto benefico dell’intervento coronarico percutaneo primario sul rischio di reinfarto clinico nel lungo periodo. ( Xagena_2005 )
Madsen MM et al, J Am Cardiol 2005; 96: 1469-1475
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