Prevenzione del rischio cardiovascolare. I fattori predisponenti modificabili: l'iperlipidemia
A cura di Gaetano Satullo, Cardiologia 2, Ospedale Papardo, Messina
Per rivelare uno stato iperlipidemico è necessario misurare a digiuno la colesterolemia totale, la trigliceridemia ed i livelli di colesterolo LDL ed HDL.
Per confermare i dati bisogna ripetere gli esami dopo alcune settimane.
L'aumento della colesterolemia totale e del colesterolo LDL e la riduzione di HDL sono predittivi di malattia coronarica.
Si ha anche rischio cardiovascolare in presenza di alti livelli di trigliceridi, soprattutto se associati a bassi livelli di colesterolo HDL.
L'iperlipidemia va trattata innanzitutto modificando l'alimentazione e lo stile di vita: correzione del sovrappeso, dieta a basso contenuto di grassi, attività fisica.
Se dopo alcuni mesi di dieta non si riscontrano risultati significativi, è allora opportuno instaurare un trattamento farmacologico.
Il controllo dell'iperlipidemia riveste un'alta priorità nei soggetti che hanno subito un infarto miocardico. In tali casi il trattamento farmacologico può essere avviato unitamente alla dieta anche in caso di valori ai limiti di norma.
Studi clinici (4S, CARE, LIPID) hanno dimostrato che le statine sono in grado di ridurre la mortalità totale e tale effetto non sarebbe legato alla sola riduzione della colesterolemia.
(Keywords: colesterolo, ipercolesterolemia, iperlipidemia, statine, Studio 4S, Studio CARE, Studio LIPID, infarto miocardico) ( Xagena )