Impianto di defibrillatore biventricolare e complicanze nel lungo periodo


Mancano dati nel lungo termine su eventi avversi improvvisi correlati al dispositivo nei pazienti che sono stati sottoposti a impianto di defibrillatori per la terapia di resincronizzazione.

Uno studio ha quantificato la frequenza di ripetizione di procedure invasive e la natura delle complicazioni a lungo termine nella pratica clinica, e ha esaminato possibili predittori di eventi legati al dispositivo e la loro associazione con l’esito a lungo termine.

Sono stati analizzati i dati relativi a 3.253 pazienti sottoposti a impianto de novo andato a buon fine di defibrillatore per la terapia di resincronizzazione.

Il periodo osservazionale mediano è stato di 18 mesi ( 25simo-75simo percentile: 9-30 ).
Lo studio ha coinvolto 117 Centri italiani.

Eventi legati al dispositivo sono stati riportati in 416 pazienti, e, nello specifico, interventi chirurgici per la revisione del sistema sono stati descritti per 390 pazienti.

Quattro anni dopo la procedura di impianto, il 50% dei pazienti è stato sottoposto a revisione chirurgica per esaurimento della batteria, e il 14% per eventi non-predetti.

Nel confronto, a 4 anni l’esaurimento della batteria si è verificato nel 10% e 13% dei pazienti che avevano ricevuto impianto di defibrillatori a camera singola e doppia nei Centri di studio, mentre gli eventi non-predetti sono stati riportati, rispettivamente, dal 4% e dal 9%.

Nei defibrillatori per la terapia di resincronizzazione, le infezioni si sono manifestate a un tasso dell’1% per anno e il rischio di infezioni è aumentato dopo le procedure di sostituzione dell’impianto ( hazard ratio, HR=2.04; P=0.045 ).

Dislocazione degli elettrodi al ventricolo sinistro è stata osservata a un tasso del 2.3% per anno, e sono stati predetti da un maggiore tempo di fluoroscopia e da una più elevata soglia di stimolazione all’impianto.

Gli eventi legati al dispositivo non sono risultati associati a un peggior esito clinico; il rischio di morte è risultato simile in pazienti con e senza revisione chirurgica ( hazard ratio, HR=0.90; P=0.682 ).

In conclusione, nella pratica clinica corrente gli eventi legati al dispositivo sono più frequenti con defibrillatori per la terapia di resincronizzazione che con defibrillatori a singola e doppia camera, e sono frequentemente gestiti con intervento chirurgico per la revisione del sistema.
Tuttavia a questi eventi non è associato un peggior esito clinico. ( Xagena_2011 )

Landolina M et al, Circulation 2011; 123: 2526-2535



Link: MedicinaNews.it

Cardio2011