Più alti livelli sierici di fosfato associati al rischio di morte e di eventi cardiovascolari nei pazienti con precedente infarto miocardico
Più alti livelli plasmatici di fosfato sono associati ad outcome ( esiti ) cardiovascolari avversi, soprattutto nei soggetti con iperfosfatemia manifesta.
Ricercatori coordinati da Marcello Tonelli, University of Alberta, hanno compiuto un’analisi post hoc dello studio CARE ( Cholesterol And Recurrent Events ).
I livelli plasmatici di fosfato sono stati misurati a digiuno a 4.127 partecipanti.
I soggetti sono stati poi assegnati in modo random a ricevere Pravastatina ( Sanaprav ) al dosaggio di 40mg/die oppure placebo, e seguiti per una media di 59.7 mesi.
Nel corso del periodo di follow-up, 375 partecipanti sono morti.
Una significativa associazione è stata osservata tra i livelli plasmatici di fosfato al basale ed il rischio di morte per tutte le cause.
I partecipanti con livelli plasmatici di fosfato maggiori o uguali a 3.5mg/dl presentavano un hazard ratio ( HR ) di morte di 1.27 rispetto a coloro che presentavano livelli plasmatici di fosfato inferiori a 3.5mg/dl.
Più alti livelli plasmatici di fosfato sono stati anche associati ad un aumentato rischio di nuova insufficienza cardiaca, infarto miocardico e di morte coronarica o di infarto miocardico non-fatale, ma non al rischio di ictus.
Gli Autori dello studio hanno trovato una relazione indipendente tra i più alti livelli plasmatici di fosfato ed il rischio di morte e di eventi cardiovascolari nelle persone con un precedente infarto miocardico, la maggior parte dei quali aveva livelli sierici di fosfato entro il normale range.
La semplicità della misurazione ed i bassi costi del test rendono questa misura di possibile utilità clinica. ( Xagena_2005 )
Tonelli M et al, Circulation 2005; 112: 2627-2633
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Cardio2005