Infarto anteriore senza sopraslivellamento ST: il trattamento precoce con Bifril produce benefici


Ricercatori dell’Università di Bologna ( Italia ) hanno valutato l’efficacia della precoce somministrazione ( entro 24 ore dall’inizio del dolore toracico ) degli ACE inibitori nei pazienti non trombolisati con infarto miocardico senza sopraslivellamento ST ( NSTEMI ).

La ricerca è stata compiuta in un sottogruppo dei pazienti partecipanti allo studio SMILE.

Il 33.8% dell’intera popolazione esaminata ( n = 1556 ) presentava un infarto NSTEMI della parete anteriore, definito come un sopraslivellamento ST inferiore a 1 mm o una depressione ST in almeno 2 deviazioni precordiali contigue con o senza nuove onde Q anomale.

Nessun paziente dello studio SMILE ha ricevuto terapia trombolitica o è stato riperfuso.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a Zofenopril ( n = 253; Bifril ) oppure placebo ( n = 273 ), per 6 settimane.

L’end point primario combinato era rappresentato da mortalità e grave insufficienza cardiaca congestizia a 6 settimane, l’end point secondario consisteva, invece, nell’incidenza di grave insufficienza cardiaca a 6 settimane e di mortalità ad 1 anno.

Dopo 6 settimane, il trattamento con Zofenopril ha ridotto in modo significativo sia l’incidenza dell’end point primario ( riduzione del rischio: 65% ) che l’incidenza a 6 settimane di grave insufficienza cardiaca ( riduzione del rischio dell’84% ) nei pazienti con infarto NSTEMI.

La mortalità ad 1 anno è risultata anche significativamente ridotta dopo trattamento con Zofenopril ( 43% ).

I risultati di questa analisi post hoc dello studio SMILE hanno mostrato i benefici della precoce somministrazione di Zofenopril, anche nei pazienti con infarto STEMI anteriore. ( Xagena_2006 )

Borghi C et al, Am Heart J 2006; 152: 470-477




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Cardio2006