La terapia con statine e beta-bloccanti riduce il rischio di infarto miocardico acuto


L’aterosclerosi coronarica si sviluppa lentamente nell’arco di decenni, ma è caratterizzata da improvvisi episodi instabili.
I pazienti che presentano malattia coronarica instabile ( es. infarto miocardico acuto ) possono differire dai pazienti con malattia coronarica relativamente stabile ( es. angina da sforzo ).

Ricercatori dello studio ADVANCE ( Atherosclerotic Disease, Vascular Function and Genetic Epidemiology ) hanno esaminato se l’impiego di un farmaco o le caratteristiche del paziente potessero influenzare il modo di presentazione clinica iniziale della malattia coronarica.

Sono stati presi in considerazione soggetti adulti alla prima presentazione clinica della malattia coronarica: infarto miocardico acuto ( n = 916 ) o angina da sforzo stabile ( n = 468 ).

Rispetto ai pazienti con angina da sforzo stabile, i pazienti con infarto miocardico acuto erano con maggiore probabilità di sesso maschile, fumatori, fisicamente inattivi ed ipertesi, ma avevano una minore probabilità di storia familiare di malattia coronarica.

I pazienti con infarto miocardico avevano una minore probabilità di assumere le statine ( 19.3% versus 40.4%; p < 0.001 ) e beta-bloccanti ( 19% versus 47.7%; p < 0.001 ) rispetto ai pazienti con angina da sforzo.

Dopo aggiustamento per potenziali confondenti, l’impiego recente di statine ( odds ratio, OR = 0.45 ) e di beta-bloccanti ( OR aggiustato = 0.26 ) era associato ad una minore probabilità di presentare infarto miocardico.

Lo studio ha mostrato che l’assunzione di statine e beta-bloccanti è associata ad un più basso rischio di andare incontro ad infarto miocardico acuto piuttosto che ad angina da sforzo. ( Xagena_2006 )

Go AS et al, Ann Intern Med 2006 ; 144 : 229-238




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