L'aumento della frequenza cardiaca durante lieve stress mentale in preparazione al test da sforzo permette di individuare i soggetti a più alto rischio di morte improvvisa


Uno studio si è posto l’obiettivo di identificare in modo precoce, tra soggetti apparentemente sani, quelli ad alto rischio di morte cardiaca improvvisa.
Gli Autori, tra i quali Peter J Schwartz del Dipartimento di Cardiologia del Policlinico S.Matteo di Pavia, hanno valutato l’ipotesi che gli individui che rispondono ad un lieve stress mentale in preparazione ad un test da sforzo con il maggior incremento della frequenza cardiaca potrebbero essere a più alto rischio di morte cardiaca.

I dati di 7.746 partecipanti al Paris Prospective Study, seguiti per 23 anni, hanno permesso di confrontare i cambiamenti della frequenza cardiaca in condizioni di riposo o di lieve stress mentale ( prima di un test da sforzo ) tra i soggetti che sono andati incontro a morte cardiaca improvvisa ( n=129 ), morte coronarica non-improvvisa ( n=129 ), o morte per qualsiasi causa ( n=1.306 ).

L’aumento medio della frequenza cardiaca durante stress mentale è stato di 8.9 battiti per minuto ( bpm ).

Il rischio di morte cardiaca improvvisa è aumentato progressivamente con l’aumentare della frequenza cardiaca durante stress mentale, e il rischio relativo del terzo versus il primo terzile è risultato pari a 2.09 dopo aggiustamento per confondenti.
Questa relazione non è stata osservata per la morte coronarica non-improvvisa.

Un importante aumento della frequenza cardiaca prodotta da un lieve stress mentale permette di predire il rischio, nel lungo periodo, di morte cardiaca improvvisa.
I cambiamenti della frequenza cardiaca prima di un test da sforzo possono pertanto rappresentare un semplice strumento per la stratificazione del rischio. ( Xagena_2009 )

Jouven X et al, Eur Heart J 2009; Epub ahead of print



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