Risonanza magnetica nucleare e identificazione di stenosi coronariche.

A cura di Gaetano Satullo, Cardiologia 2, Ospedale Papardo, Messina

In uno studio condotto su 36 pazienti è stata confrontata la capacità diagnostica della RMN rispetto all'angiografia coronarica. Il vantaggio della RMN è chiaramente quello di non essere una metodica invasiva. I risultati non appaiono brillanti visto che la sensibilità della RMN nell'identificare stenosi coronariche è del 94.4% e la specificità di appena il 57.1%; e tali dati si riferiscono alle stenosi poste sui vasi coronarici più grossi e nei distretti prossimali.
(Regenfus M, J Am Coll Cardiol 2000;36:44-50)
(Xagena 2001)