Rianalisi dello studio JUPITER: una significativa proporzione di partecipanti allo studio necessitavano di un trattamento aggressivo, al di là del valore di hs-CRP


Lo studio JUPITER ( Justification for the Use of Statins in Prevention: An Intervention Trial Evaluating Rosuvastatin ) è uno studio, controllato con placebo, che ha interessato soggetti apparentemente sani, selezionati principalmente sulla base delle concentrazioni di hs-CRP ( proteina C-reattiva ad alta sensibilità ) maggiore o uguale a 2 mg/L.
Lo studio JUPITER ha mostrato che la Rosuvastatina riduce l’incidenza di eventi cardiaci, rispetto al gruppo controllo.

La popolazione studiata ( età mediana 66 anni ) comprendeva uomini e donne con sindrome metabolica ( circa il 41% ), pressione sanguigna mediana nel range preipertensivo, abitudine al fumo ( circa il 15% ), indici mediani di massa corporea ( BMI ) più alti del normale, e rischio di Framingham a 10 anni maggiore del 10% ( circa il 50% ).

La presenza di questi fattori di rischio sta ad indicare che una significativa proporzione di partecipanti allo studio non erano sani e necessitavano di un trattamento aggressivo, al di là del valore di hs-CRP.

Inoltre, poco meno del 17% dei partecipanti allo studio clinico stavano assumendo Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ), e il 25% presentava pressione sistolica maggiore di 145 mmHg, necessitante di trattamento antipertensivo. 
Quindi, presumibilmente la maggior parte dei partecipanti allo studio non riceveva terapie adeguate e pertanto anche il beneficio della terapia statinica in questi pazienti era più difficile da verificare.
 
Queste considerazioni mettono in dubbio l’affermazione che la terapia con le statine dovrebbe essere iniziata in soggetti apparentemente sani sulla base degli elevati livelli di hs-CRP. ( Xagena_2009 )

Kappagoda CT, Amsterdam EA, Am J Cardiol 2009;104:1603-1605



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