L'effetto della radiazione intracoronarica nel trattamento di recidive di ristenosi dopo stent nei pazienti con insufficienza renale cronica
I pazienti con insufficienza renale cronica sono ad alto rischio di progressione della malattia aterosclerotica cardiovascolare e di ristenosi dopo intervento coronarico percutaneo.
I precedenti studi hanno mostrato l'efficacia della radiazione beta e gamma nel prevenire la ristenosi ricorrente dopo applicazione di stent.
Hanno partecipato allo studio 118 pazienti con insufficienza renale cronica e 481 pazienti consecutivi senza insufficienza renale cronica, che sono stati sottoposti a radiazione intracoronarica per prevenire le recidive della ristenosi dopo stent nelle coronarie e nella vena safena.
I pazienti con insufficienza renale cronica sono generalmente, persone anziane, donne, ipertesi e diabetici, con malattia multivasale e ridotta funzione ventricolare sinistra.
Questi pazienti con insufficienza renale cronica presentavano una più alta mortalità ospedaliera, infarto miocardico non-Q, complicanze vascolari ed emorragie.
A 6 mesi, la percentuale di mortalità è risultata più alta nei pazienti con insufficienza renale cronica (7,6% versus 1,9%) rispetto ai pazienti senza insufficienza renale cronica (p = 0,003).
La percentuale di ristenosi, della rivascolarizzazione della lesione a bersaglio, e della rivascolarizzazione del vaso a bersaglio, è risultata simile nei due gruppi.
Nei pazienti con insufficienza renale cronica, la terapia radiante rispetto al placebo ha ridotto la ristenosi (53,8% vs 22,6%, p = 0,04), la rivascolarizzazione della lesione da bersaglio (71,4% vs 15,3%, p < 0,001) e la rivascolarizzazione del vaso a bersaglio (78,6% vs 23,7%), p = 0,0002).
Nonostante i benefici della terapia radiante, i pazienti con insufficienza renale cronica continuano ad avere outcome non favorevoli sia in ospedale che a 6 mesi. ( Xagena_2001 )
Gruberg L et al, J Am Coll Cardiol 2001; 38: 1049-1053