Miglior pattern di cura per i pazienti con infarto STEMI
Le lineeguida pratiche per l’infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) e per l’infarto miocardico acuto senza sopraslivellamento del tratto ST ( non-STEMI ) raccomandano terapie ed interventi simili, ma differenze nei pattern di cura tra le categorie di infarto miocardico non sono state ben descritte nella pratica.
L’obiettivo dei Ricercatori del National Registry of Myocardial Infarction è stato quello di confrontare i trattamenti ospedalieri con raccomandazioni simili delle lineeguida con gli outcome ( esito ) di 185.968 pazienti eligibili ( senza controindicazioni segnalate ) con STEMI ( n = 53.417; 29% ) versus non-STEMI ( n = 132.551; 71% ) da 1247 centri ospedalieri statunitensi tra il primo luglio 2000 ed il 30 giugno 2002.
La percentuale di mortalità ospedaliera è risultata elevata per i pazienti non-STEMI ( 12.5% ) e per quelli STEMI ( 14.3% ), e l’impiego di farmaci e trattamenti raccomandati dalle linee guida sono risultati subottimali in entrambe le categorie di pazienti con infarto miocardico.
La probabilità di ricevere precocemente ( entro 24 ore dalla presentazione ) Aspirina, beta-bloccanti ed inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina ( Ace inibitore ) è stata più elevata nei pazienti con STEMI.
Pattern simili di trattamento sono stati osservati al momento della dimissione dall’ospedale: la probabilità di ricevere Aspirina, beta-bloccanti, Ace inibitori, farmaci ipolipidemizzanti, consigli per smettere di fumare ed informazioni riguardo a dove rivolgersi per la riabilitazione cardiaca è stata maggiore nei pazienti con STEMI.
Terapie basate sull’evidenza ed interventi finalizzati a modificare lo stile di vita sono stati impiegati meno frequentemente nei pazienti non-STEMI.
Gli interventi indirizzati a ridurre le differenze di cura tra i pazienti non-STEMI e quelli STEMI e a migliorare l’aderenza alle lineeguida per entrambe le categorie dei pazienti con infarto miocardico possono ridurre le alte percentuali di mortalità associate all’infarto miocardico acuto nella pratica attuale. ( Xagena_2005 )
Roe MT et al, Arch Intern Med 2005 ; 165 : 1630-1636
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