Sindromi coronariche acute: la concentrazione di emoglobina è un determinante indipendente di scompenso cardiaco


L’anemia è un importante determinante di insufficienza cardiaca e di morte dopo infarto STEMI ( infarto miocardio con sopraslivellamento ST ).

La frequenza dell’anemia ed il suo impatto su questi outcome nei pazienti con sindromi coronariche acute ( ACS ) non sono stati ben definiti.

Ricercatori del Newham University Hospital di Londra ( UK ) hanno stratificato per quartili di concentrazione di emoglobina ( Hb ) al momento del ricovero in ospedale, 2310 pazienti con sindromi coronariche acute: Q1 < 12.5g/dl, Q2 < 12.5-13.6g/dl, Q3 13.7-14.7g/dl, Q4 > 14.7g/dl.

Il 29.7% delle donne e il 23.2% degli uomini erano anemici.

La percentuale di infarto STEMI è aumentata, passando dal 25% del primo quartile al 35.5% del quarto, mentre le percentuali di angina instabile si sono ridotte del 52% ( Q1 ) al 40.7% ( Q4 ) ( p < 0.0005 ).

Nonostante ciò, le percentuali di insufficienza ventricolare sinistra sono risultate inversamente correlate alle concentrazioni di emoglobina in tutti i gruppi diagnostici ( pazienti con angina instabile, pazienti con infarto STEMI e pazienti con infarto NSTEMI ).

L’odds ratio ( probabilità ), aggiustata per l’età, di insufficienza ventricolare sinistra nel quarto quartile rispetto al primo quartile è stato pari a 0.64.

La mortalità cardiaca in ospedale è stata del 3%, e non è risultata influenzata dalla concentrazione di emoglobina.

L’anemia è una comune comorbidità nei pazienti con sindrome coronarica acuta e rappresenta un potente determinante di insufficienza ventricolare sinistra.
L’associazione con l’insufficienza ventricolare sinistra non si presenta solo nell’infarto STEMI, ma anche nei gruppi diagnostici di minore gravità. ( Xagena_2006 )

Archbold RA et al, Am Heart J 2006; 152: 1091-1095




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