cTnI permette di predire un aumentato rischio di insufficienza cardiaca
L’obiettivo di un gruppo di Ricercatori dell’Uppsala University Hospital ( Svezia ) è stato quello di verificare se i livelli circolanti di troponina I cardiaca ( cTnI ) fossero in grado di predire la successiva comparsa di insufficienza cardiaca tra la popolazione di comunità.
Mediante l’utilizzo di modelli di regressione su hazard proporzionali, è stato valutato il rischio di prima ospedalizzazione per scompenso cardiaco durante un massimo di 11.4 anni in un campione basato sulla comunità di 1.089 uomini di 70 anni d’età senza insufficienza cardiaca, malattia valvolare, o ipertrofia ventricolare sinistra all’ECG.
Dopo aggiustamento per il fumo, la pressione sistolica, l’impiego di farmaci antipertensivi, diabete, indice di massa corporea ( BMI ), colesterolo sierico, e infarto miocardico, un aumento di 0.01 microg/l di troponina I cardiaca ha conferito un hazard ratio ( HR ) di 1.26 per il successivo scompenso cardiaco.
Le persone con troponina I cardiaca maggiore o uguale a 0.03 microg/l presentavano un valore HR di 5.25, rispetto alle persone con cTnI inferiore a 0.01 microg/l.
L’ulteriore aggiustamento per NT-proBNP ha un po’ attenuato le stime ( HR=1.22 per 0.01 microg/l di cTnI ).
In conclusione, in un campione basato sulla comunità, cTnI, una misura diretta di danno dei cardiomiociti, è in grado di predire un aumentato rischio di scompenso cardiaco. ( Xagena_2009 )
Sundström J et al, Eur Heart J 2009; 30: 773-781
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