Fibrillazione atriale: età come fattore di rischio per l’ictus


La prevalenza di fibrillazione atriale è legata all'età ed è destinata ad aumentare esponenzialmente con l'invecchiamento della popolazione e l'aumento della prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare.
Il rischio di ictus ischemico è significativamente aumentato nei pazienti con fibrillazione atriale, ed è evidente un graduale aumento del rischio di ictus associato all'avanzare dell'età.

Gli anticoagulanti per via orale sono molto più efficaci dei farmaci antipiastrinici nel ridurre la progressione del rischio nei soggetti con fibrillazione atriale. Pertanto, un numero crescente di pazienti anziani sono candidati all'uso di anticoagulanti, e potrebbero trarne beneficio. Tuttavia, le persone anziane con fibrillazione atriale hanno meno probabilità di ricevere una terapia con anticoagulanti orali. Ciò è dovuto principalmente alle preoccupazioni relative a un maggior rischio di emorragie associate agli anticoagulanti per os in questa popolazione.

Fino a poco tempo fa, i pazienti più anziani erano poco rappresentati negli studi, controllati e randomizzati, sugli anticoagulanti per via orale versus placebo o terapia antiaggregante, quindi non era nota l’evidenza base per il valore degli anticoagulanti orali nella popolazione anziana.
Le analisi dei risultati disponibili degli studi hanno indicato che l'atteso beneficio clinico netto della terapia con Warfarin è più alto tra i pazienti con maggiore rischio di ictus non-trattato, e comprende la categoria delle persone più anziane.

Un avvertimento importante nel trattamento con Warfarin riguarda il mantenimento di un rapporto internazionale normalizzato ( INR ) terapeutico, indipendentemente dall'età del paziente. Pertanto, l'età da sola non dovrebbe impedire la prescrizione di anticoagulanti per via orale nei pazienti anziani, secondo un’appropriata stratificazione del rischio di ictus e di emorragie. ( Xagena_2010 )

Marinigh R et al,J Am Coll Cardiol 2010 56: 827-837



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