La terapia dopo IMA: un’analisi rileva elementi di miglioramento


Uno studio, coordinato da Ricercatori del National Institute of Public Health di Copenhagen ( Danimarca ), ha valutato la terapia a base di beta-bloccanti, Ace-inibitori e statine dopo infarto miocardico acuto ( IMA ) con l’obiettivo di identificare target di miglioramento.

Lo studio ha riguardato 55.315 pazienti sopravvissuti a 30 giorni dalla dismissione ospedaliera con primo IMA avvenuto tra il 1995 ed il 2002.
Di questi, il 58.3% ha ricevuto trattamento con beta-bloccanti, il 29.1% con Ace-inibitori e il 33.5% con statine.

Dopo 1, 3 e 5 anni, il 78%, il 64% ed il 58% dei sopravvissuti, che avevano iniziato la terapia, stavano ancora ricevendo i beta-bloccanti, l’86%, il 78% ed il 74% stavano ricevendo gli Ace-inibitori e l’85%, l’80% e l’82% stavano assumendo invece le statine.

L’età avanzata ed il sesso femminile erano associati ad un miglioramento della compliance.

I dosaggi prescritti erano, in linea generale, inferiori del 50% o più rispetto ai dosaggi impiegati negli studi clinici; i dosaggi non sono stati aumentati durante il periodo osservazionale.

I pazienti che non hanno iniziato il trattamento subito dopo la dismissione ospedaliera presentavano una bassa probabilità di iniziare il trattamento in tempi successivi.

Secondo gli Autori il principale problema emerso dallo studio è stato il sottoutilizzo del trattamento raccomandato dopo infarto miocardico acuto; inoltre è emerso che il trattamento non è stato iniziato all’appropriato dosaggio subito dopo l’episodio infartuale. ( Xagena_2006 )

Gislason GH et al, Eur Heart J 2006; 27: 1153-1158






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