Praluent per il rischio cardiovascolare da aterosclerosi in aggiunta a una dose massima di statina o da solo in pazienti intolleranti o inappropriati per la terapia con statine


Il Comitato per i medicinali per uso umano ( CHMP ) dell' EMA ( European Medicines Agency ) ha espresso un parere positivo per Praluent ( Alirocumab ) di Sanofi, per la nuova indicazione in aggiunta a una dose massima di statina o può essere impiegato da solo in pazienti intolleranti o inappropriati per la terapia con statine nei pazienti affetti da malattia cardiovascolare aterosclerotica ( ASCVD ) accertata.

La malattia cardiovascolare aterosclerotica è un termine generico, definito come un accumulo di placca nelle arterie che può portare a una riduzione del flusso sanguigno e a una serie di condizioni gravi come ictus, malattia delle arterie periferiche e sindrome coronarica acuta, che comprende infarto miocardico e angina instabile.

L'opinione del CHMP si basa sui dati di ODYSSEY OUTCOMES, uno studio di fase III di esito cardiovascolare che ha valutato l'effetto di Praluent in 18.924 pazienti che avevano una sindrome coronarica acuta tra 1-12 mesi ( mediana 2.6 mesi ) prima di essere arruolati nello studio. I risultati sono stati pubblicati su The New England Journal of Medicine nel 2018.

Nuovi dati su Alirocumab sono arrivati dal Congresso dell'American Heart Association ( AHA ).

Alirocumab è risultato associato a un minor numero di decessi per tutte le cause nei pazienti con recente sindrome coronarica acuta ( infarto del miocardio o angina instabile ) e ancora di più in pazienti trattati per almeno 3 anni o con livelli di colesterolo LDL al basale di almeno 100 mg/dL.
Inoltre, ulteriori analisi hanno dimostrato una associazione tra la riduzione degli eventi cardiovascolari non-fatali e la riduzione della mortalità non-cardiovascolare nel corso dello studio.

In questo studio su quasi 19 mila pazienti, Alirocumab è risultato associato a un minor numero di decessi per qualsiasi causa, un'osservazione che è stata più pronunciata tra i pazienti trattati per almeno 3 anni o con colesterolo LDL al basale di almeno 100 mg/dL.

Nello studio, Alirocumab in aggiunta al trattamento intensivo ( o al livello di massima tollerabilità ) con statine è stato confrontato con la sola terapia con statine alla massima dose tollerata nei pazienti con pregressa sindrome coronarica acuta verificatasi nei 12 mesi precedenti.
Alirocumab ha ridotto in modo significativo il rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori ( MACE ) ed è associato a un minor rischio di mortalità per qualsiasi causa.
Nelle analisi pre-specificate su 8.242 pazienti seguiti per almeno 3 anni, il trattamento con Alirocumab è stato associato a una riduzione del 22% del rischio di morte per tutte le cause.

Inoltre le analisi post-hoc hanno mostrato che i pazienti trattati con Alirocumab i cui livelli basali di colesterolo LDL erano pari o superiori a 100 mg/dl avevano un rischio inferiore del 29% di morte per tutte le cause.

In ulteriori analisi post-hoc è stato riscontrato che i pazienti trattati con Alirocumab hanno sviluppato meno eventi cardiovascolari non-fatali e hanno avuto una minore probabilità di morire a causa di un evento non-cardiovascolare e che questi due risultati possono essere associati.
E' la prima volta che la riduzione di mortalità globale viene documentata per un farmaco inibitore di PCSK9. Questa è la conseguenza sia del fatto che il disegno dello studio prevedeva una durata media del follow-up superiore a quella degli altri studi e che ha raggiunto i 5 anni per una quota dei pazienti arruolati,sia dello specifico meccanismo di azione del farmaco.

Nelle analisi non è emerso alcun nuovo segnale di sicurezza.
Nello studio ODYSSEY OUTCOMES, l'incidenza di eventi avversi è stata simile nei due gruppi, ad eccezione delle reazioni locali nel sito di iniezione ( 3.8% nel gruppo Alirocumab rispetto al 2.1% nel gruppo placebo ). ( Xagena_2018 )

Fonte: American Heart Association ( AHA ) Meeting, 2018

Xagena_Medicina_2018