Fibrillazione atriale: dopo un infarto miocardico o un intervento coronarico percutaneo è da preferire la doppia anticoagulazione con un anticoagulante orale più Clopidogrel piuttosto che la tripla terapia


Uno studio osservazionale su oltre 12000 pazienti ha mostrato che l'aggiunta di un antiaggregante alla terapia anticoagulante orale è sufficiente nei pazienti con fibrillazione atriale che hanno un infarto del miocardio o sono sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ).
L' antiaggregante probabilmente dovrebbe essere Clopidogrel anzichè Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ).

I risultati dello studio si basano su dati raccolti nel periodo 2001-2009, quando gli anticoagulanti orali disponibili erano gli antagonisti della vitamina K, come Warfarin, e l’antiaggregante orale di scelta era Clopidogrel ( Plavix ).
Pertanto, questi risultati potrebbero non necessariamente essere estrapolabili agli anticoagulanti di nuova generazione: gli inibitori diretti della trombina e gli inibitori del fattore Xa.

per i pazienti che presentano sia una fibrillazione atriale sia una malattia coronarica ci siano poche informazioni che permettano di fare scelte razionali e poche evidenze a sostegno dell’anticoagulazione aggressiva con una tripla terapia.

Lo studio ha seguito 12.165 pazienti con fibrillazione atriale che erano stati ricoverati per un infarto miocardico o per effettuare una procedura PCI, inseriti nei registri nazionali danesi.
Il 61%circa erano uomini e l'età media era di 75 anni.
Quasi due terzi al basale erano stati trattati con più farmaci antitrombotici e il 38.3% era stato sottoposto a terapia anticoagulante orale.

Rispetto ai pazienti sottoposti a tripla terapia ( Warfarin o Fenprocumone più Clopidogrel e Aspirina ), l’hazard ratio ( HR ) di mortalità per qualsiasi causa è risultato pari a 1.52 ( IC 95%: 1.17-1.99 ) nei pazienti trattati con l’anticoagulante orale più Aspirina, 0.87 ( IC 95%: 0.56-1.34 ) in quelli trattati con l’anticoagulante orale più Clopidogrel e 1.60 ( IC 95%: 1.25-2.05 ) in quelli trattati con Clopidogrel più Aspirina.

L’hazard ratio di infarto del miocardio e mortalità per malattia coronarica è risultato, invece pari a 0.96 ( IC 95%: 0.77-1.19 ) nel gruppo trattato con l’anticoagulante orale più Aspirina, 0.69 ( IC 95%: 0.48-1.00 ) in quello trattato con l’anticoagulante orale più Clopidogrel e 1.17 ( IC 95%: 0.96-1.42 ) in quello trattato con Clopidogrel più Aspirina.

Rispetto alla tripla terapia, è statab riscontrata una riduzione non-significativa del rischio di complicanze emorragiche nei pazienti trattati con l’anticoagulante orale più Clopidogrel ( HR=0.78; IC 95%: 0.55-1.12 ), ma significativa nei pazienti trattati con l’anticoagulante orale più Aspirina ( HR=0.69; IC 95%: 0.53-0.90 ) e in quelli trattati con Aspirina più Clopidogrel ( HR=0.48; IC 95%: 0.38-0.61 ).

La doppia terapia antiaggregante con Aspirina più Clopidogrel è risultata associata a un aumento significativo del rischio di ictus ischemico ( HR=1.50; IC 95%: 1.03-2.20 ).

Dallo studio è emerso che nei pazienti con fibrillazione atriale in cui sono indicati più farmaci antitrombotici dopo un infarto miovardico o un intervento coronarico percutaneo, la combinazione di un anticoagulante orale più Clopidogrel è uguale o equivalente alla terapia tripla sia riguardo al beneficio sia alla sicurezza. ( Xagena_2013 )

Fonte: Journal of American College of Cardiology, 2013

Xagena_Medicina_2013