Valvulopastica mitralica percutanea: l’area mitralica è un importante predittore di restenosi e eventi clinici avversi


Sono stati esaminati i fattori associati alla restenosi e la sua potenziale associazione con il deterioramento clinico tardivo dopo valvuloplastica mitralica percutanea, eseguita con successo.

Sono stati analizzati i dati di follow-up ecocardiografici ( mediana 74 mesi ) e clinici ( mediana 109 mesi ) di 329 pazienti che hanno raggiunto il successo procedurale, definito come area mitralica maggiore o uguale a 1.5 cm(2) e rigurgito mitralico minore o uguale a 2/4, tra il 1995 e il 2000.
Gli eventi clinici comprendevano la morte cardiovascolare, l’intervento chirurgico della valvola mitralica e la ripetizione della valvuloplastica mitralica percutanea.

Le percentuali di sopravvivenza libera da ristenosi a 1, 3, 5, 7 e 9 anni, sono state, rispettivamente, 99.7%, 94.5%, 90.8%, e 90%.

Immediatamente dopo l’intervento di valvuloplastica mitralica percutanea, l’area mitralica, il rigurgito mitralico commisurale o splitting sono risultati predittori indipendenti sia di restenosi sia di eventi clinici.

Nell’immediato post-valvuloplastica mitralica percutanea, il valore cut-off dell’area mitralica per predire sia la restenosi sia gli eventi clinici entro 5 anni dopo successo dell’intervento erano, rispettivamente, di 1.8 cm(2) e 1.9 cm(2).
I pazienti che hanno presentato subito dopo l’intervento un valore dell’area mitralica inferiore a 1.8 cm(2) hanno mostrato un tasso, significativamente più basso, di sopravvivenza libera da eventi, rispetto ai pazienti con valori uguali o superiori a 1.8 cm(2) ( p<0.001 ).

In conclusione, nell’immediato post-intervento di valvulopastica mitralica percutanea, l’area mitralica maggiore o uguale a 1.8 cm(2) è risultata un importante predittore di restenosi e di sopravvivenza libera da eventi clinici. ( Xagena_2009 )

Song J-K et al, Eur Heart J 2009 ; 30 : 1254-1262



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