L’elevata pressione pulsatoria è un fattore di rischio per la fibrillazione atriale
La pressione pulsatoria può rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza di fibrillazione atriale, indipendentemente dalla pressione arteriosa.
Uno studio osservazionale ha trovato che ogni incremento di 20 mmHg nella differenza tra pressione sistolica e pressione diastolica è associato ad un aumento del 24% del rischio di fibrillazione atriale.
Cambiamenti dello stile di vita o trattamenti con l’obiettivo di limitare l’aumento della pressione pulsatoria con l’avanzare dell’età possono ridurre l’incidenza della fibrillazione atriale.
Durante un periodo osservazionale di 12 anni ( valore mediano ), su 5.331 soggetti, partecipanti allo studio Framingham, analizzati, il 13.1% ( n = 698 ) ha sviluppato fibrillazione atriale.
L’incidenza cumulativa a 20 anni di fibrillazione atriale è stata del 5,6% tra i soggetti con pressione pulsatoria al di sotto del 25° percentile ( < 40mmHg ) e del 23.3% per coloro che avevano la pressione pulsatoria al di sopra del 75° percentile ( > 61mmHg ).
La probabilità di sviluppare fibrillazione atriale aumenta con l’aumentare della pressione pulsatoria.
Un aumento di 20mmHg nella pressione pulsatoria è risultato associato a un incremento del 34% nel rischio di fibrillazione atriale ( hazard ratio = 1.34; p < 0.001 ).
Questa associazione è rimasta significativa anche dopo ulteriori aggiustamenti ( oltre all’età e al sesso ).
Al contrario, la pressione arteriosa media non era associata al rischio di fibrillazione atriale. ( Xagena_2007 )
Fonte: Journal of American Medical Association, 2007
Link: MedicinaNews.it
Cardio2007