Ruolo dei farmaci e dei defibrillatori impiantabili nei pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa


Nei pazienti ad alto rischio, i farmaci antiaritmici sono stati ritenuti in passato in grado di prevenire la morte cardiaca improvvisa, ma studi randomizzati e controllati sono giunti alla conclusione che un approccio basato sui farmaci antiaritmici non è utile, anzi, talvolta è potenzialmente nocivo ( il rischio di morte aritmica è aumentato fino al 159% nello studio CAST ).

Nella prevenzione secondaria della morte cardiaca improvvisa, il defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) è ormai lo standard di cura ( il rischio di mortalità complessiva può essere ridotto del 20-31% ), e i farmaci antiaritmici, in particolare l’Amiodarone, hanno solo un ruolo complementare ( per ridurre le attivazioni del dispositivo o per prevenire la fibrillazione atriale ).

Nella prevenzione primaria della morte cardiaca improvvisa nei pazienti ad alto rischio, i defibrillatori cardioverter impiantabili sono indicati specificamente nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra ( spesso in combinazione con la terapia di resincronizzazione cardiaca ), dove il rischio di mortalità complessiva può essere ridotto del 23-54%.

Per il grande numero di soggetti che hanno un rischio di morte cardiaca improvvisa, ma non sono identificati come ad alto rischio, una serie di farmaci potrebbe esercitare un effetto favorevole ( beta-bloccanti, Ace-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina ( sartani ), statine, Acidi grassi Omega-3 e antagonisti dell'aldosterone ), e per alcuni di questi stanno emergendo le evidenze. ( Xagena2010 )

Boriani G et al, Fundam Clin Pharmacol 2010; 24: 575-594



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