Relazione tra gli Acidi Grassi omega-3 ed altri fattori noti per ridurre il rischio di malattia coronarica
Studi hanno fornito elementi a sostegno di una correlazione inversa tra il consumo di olio di pesce e gli Acidi Grassi omega-3 a lunga catena ( Acido Eicosapentaenoico + Acido Docosaesaenoico ) e la malattia coronarica.
Tuttavia, questi dati non sono conclusivi, perché ai risultati possono aver contribuito altri fattori dietetici e lo stile di vita dei soggetti esaminati.
Uno studio ha valutato la correlazione tra assunzione di Acidi Grassi omega-3 e gli acidi grassi saturati rispetto alle variabili dietetiche ( chilocalorie, macronutrienti, sodio, colesterolo ) e all’età, sesso, grado di esercizio fisico, e consumo di tabacco.
E’ stato analizzato il database dello studio DCCT ( Diabetic Control and Complications Trial ), comprendenti 1441 soggetti.
E’ emerso che l’assunzione di Acidi Grassi omega-3 a lunga catena era inversamente correlata al consumo di calorie ( r = - 0.16; p < 0.0001 ), alla percentuale di calorie fornite dal grasso totale ( r= - 0.14; p < 0.0001 ), e alla percentuale di calorie fornite dagli acidi grassi saturi ( r = - 0.21 ; p < 0.0001 ), mentre era direttamente correlata con l’assunzione di fibre con la dieta ( grammi per 1000 kcal, r = 0.20; p< 0.0001 ).
Nel databese DCCT, gli Acidi Grassi omega-3 a lunga catena ( es. assunzione di pesce ) erano inversamente correlati ad un profilo nutrizionale a basso rischio per la malattia coronarica.
Lo studio ha fornito evidenza che le associazioni osservate negli studi precedenti, e che ipotizzavano un beneficio da parte dell’assunzione di pesce o di Acidi Grassi omega-3 a lunga catena, potrebbero dipendere dalla convergenza tra l’abbondante assunzione di pesce ed una dieta più sana, anziché rappresnetare uno specifico effetto degli Acidi Grassi omega-3 a lunga catena. ( Xagena_2007 )
Cundiff DK et al, Am J Cardiol 2007; 99: 1230-1233
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Cardio2007
XagenaFarmaci_2007