Benefici della terapia di risincronizzazione cardiaca nei pazienti pediatrici ed in quelli con cardiopatia congenita
Uno studio multicentrico, condotto da Anne M Dubin della Stanford University, ha valutato la sicurezza e l’efficacia nel breve periodo della terapia di risincronizzazione cardiaca nei bambini.
La terapia di risincronizzazione ha già mostrato benefici nei pazienti adulti con ridotta funzione ventricolare sinistra e ritardo di conduzione intraventricolare.
L’efficacia della terapia di risincronizzazione nei giovani e nei pazienti con malattie cardiache congenite non è stata ben definita.
Lo studio ha riguardato 103 pazienti provenienti da 22 Centri.
L’età media al tempo dell’impianto era di 12.8 anni ( range: 3 mesi – 55.4 anni ).
Il periodo osservazionale mediano è stato di 4 mesi.
Nel 71% dei casi ( n = 73 ) la diagnosi era cardiopatia congenita, nel 16% ( n = 16 ) cardiomiopatia, nel 13% ( n = 14 ) blocco atrioventricolare completo congenito.
La durata del QRS prima dell’impianto del dispositivo era di 166 ms, che si è ridotta dopo terapia di risincronizzazione cardiaca a 37.7 ms ( p < 0.01 ).
La frazione d’eiezione è aumentata di 12.8 unità dopo terapia di risincronizzazione cardiaca con una frazione di eiezione media di 39.9% ( p < 0.05 ).
Dei 18 pazienti che sono stati sottoposti a terapia di risincronizzazione cardiaca e che erano in attesa di trapianto cardiaco, 3 sono migliorati uscendo dalla lista di attesa per il trapianto, 5 sono stati sottoposti a trapianto, 2 sono morti, e gli altri 8 sono in attesa di trapianto.
Dai dati dello studio, la terapia di risincronizzazione cardiaca sembra offrire benefici ai pazienti pediatrici ed ai pazienti con malattie cardiache congenite. ( Xagena_2005 )
Dubin AM et al, J Am Coll Cardiol 2005; 46: 2277-2283
MedicinaNews.it
Cardio2005