Chiusura transcatetere del forame ovale pervio in pazienti affetti da trombofilia: sicurezza e risultati a lungo termine


Gli studi clinici riguardanti la chiusura transcatetere del forame ovale pervio, tendono a escludere i pazienti con trombofilia per il rischio correlato alla trombosi della protesi.

Sono stati valutati retrospettivamente i risultati a breve e medio termine della chiusura transcatetere di forma ovale pervio in questo particolare sottogruppo di pazienti.

Nel periodo 2006-2008, 30 pazienti su 98 consecutivamente inviati presso il centro per chiusura di forma ovale pervio transcatetere, avevano anomalie della coagulazione ( età media 40 anni, 23 pazienti erano di sesso femminile ), tra cui mutazione del fattore V Leiden, fattore X, VIII, proteina C, S, fattore MHFTR, anticorpi anti-fosfolipidi e anti-cardidlipina, iperomocisteinemia.

Tutti i pazienti sono stati sottoposti a screening preintervento con ecografia transesofagea, risonanza magnetica del cervello, e studio ecografico intracardiaco.

Il successo procedurale è stato ottenuto nel 100% dei casi senza differenza statistica nel numero di complicanze rispetto ai pazienti senza trombofilia: in particolare, nel corso del follow-up non si sono registrati eventi come trombosi della protesi o ischemia cerebrale. È stato altresì notato che i pazienti con trombofilia hanno una maggior incidenza di emicrania con aura, trombosi venosa profonda e di impiego di Acido Acetilsalicilico ( Aspirina; ASA ), rispetto ai pazienti senza anomalie della coagulazione.

In conclusione, nonostante la piccola popolazione esaminata, lo studio ha suggerito che i pazienti con trombofilia non dovrebbero essere esclusi dagli studi clinici; questi pazienti presentano, infatti, potenzialmente un rischio più elevato di embolismo paradosso rispetto alla popolazione generale e la chiusura transcatetere è sicura ed efficace come nei pazienti senza anomalie della coagulazione, senza necessità di terapia farmacologica addizionale oltre all’Acido Acetilsalicilico. ( Xagena_2009 )

Rigatelli G et al, Minerva Cardioangiologica 2009; 57: 285-289



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