Prevenzione secondaria dopo infarto miocardico: l’Atorvastatina ad alto dosaggio non superiore alla Simvastatina a dosaggio standard


La terapia intensiva di abbassamento dei livelli lipidici con Atorvastatina ( Lipitor/Torvast ) 80mg non ha prodotto una significativa riduzione dell’end point primario di eventi coronarici maggiori rispetto alla Simvastatina ( Zocor ) al dosaggio standard nei pazienti con precedente infarto miocardico.

La terapia intensiva con Atorvastatina ad alto dosaggio ha ridotto il rischio di altri endpoint secondari e dell’infarto miocardico acuto non-fatale.

Non è stata osservata alcuna differenza nella mortalità generale ed in quella cardiovascolare.

Queste le conclusioni dello studio IDEAL ( Incremental Decrease in Endpoints through Aggressive Lipid Lowering ), pubblicato su JAMA.

Nello studio IDEAL i Ricercatori hanno confrontato l’Atorvastatina ad alto dosaggio ( 80 mg ) con la Simvastatina 20mg ( un dosaggio quest’ultimo ampiamente usato nella pratica clinica ).
Lo studio è stato compiuto nell’Europa del Nord tra marzo 1999 e marzo 2005.
Hanno preso parte alla sperimentazione 8.888 pazienti di 80 anni o più giovani con una storia di infarto miocardico acuto.
Il periodo osservazionale ( follow-up ) è stato in media di 4.8 anni.

I pazienti nel braccio Simvastatina che non avevano assunto alcuna statina prima della randomizzazione hanno presentato in media una riduzione del colesterolo LDL del 33% dopo 12 settimane contro il 49% nei pazienti naive alle statine trattati con Atorvastatina.

L’end point primario composito ( morte coronarica, infarto miocardico acuto o arresto cardiaco con resuscitazione ) è stato raggiunto dal 10.4% ( n = 463 ) dei pazienti nel gruppo Simvastatina e dal 9.3% ( n = 411 ) dei pazienti nel braccio Atorvastatina.
La differenza tra i due bracci non era statisticamente significativa.

L’endpoint secondario composito ( eventi coronarici maggiori, ictus ) è stato invece ridotto in modo significativo dall’Atorvastatina.

Similarmente sono state osservate riduzioni nel rischio di infarto miocardico non fatale, e di ogni evento coronarico e cardiovascolare.

Il rischio di morte per tutte le cause è risultato simile in entrambi i bracci.
Non è stata riscontrata nessuna significativa differenza nelle morti cardiovascolari tra i due gruppi.

I pazienti nel gruppo Atorvastatina hanno presentato una più alta percentuale di interruzione del farmaco a causa di eventi avversi non gravi.
L’aumento delle transaminasi ha comportato l’interruzione del trattamento dei pazienti su Atorvastatina contro lo 0.1% di quelli trattati con Simvastatina.

Lo studio IDEAL ha mostrato che nei pazienti con infarto miocardico il trattamento con Atorvastatina ad alto dosaggio è sicuro.
E’ anche emerso che questi pazienti potrebbero essere trattati con Simvastatina agli usuali dosaggi ( 20-40mg/die ) senza dover ricorrere agli alti dosaggi di Atorvastatina. ( Xagena_2005 )

Fonte: Journal of American Medical Association, 2005




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