Patologie ematologiche: splenectomia laparoscopica


Nel 1991 Delaitre e Maignien hanno descritto la prima splenectomia laparoscopica e i consensi a favore di questa tecnica chirurgica sono stati rapidissimi. Oggi rappresenta il gold standard chirurgico nella maggior parte delle patologie ematologiche benigne e maligne per le quali è richiesta l’asportazione della milza.

Sono stati riportati i risultati delle prime 30 splenectomie laparoscopiche eseguite presso la Divisione di Chirurgia Generale dell’Ospedale S. Eugenio di Roma su pazienti affetti da patologie ematologiche benigne ( 27 casi ) e maligne ( 3 casi ).
Gli interventi sono stati realizzati seguendo gli stessi principi che sono stati definiti nelle lineeguida redatte dall’European Association for Endoscopic Surgery ( EAES ).

In 2 casi ( 6.7% ) l’intervento laparoscopico è stato convertito in laparotomico. Si è osservata 1 complicanza emorragica postoperatoria ( 3.6% ) che ha richiesto un re intervento laparoscopico di emostasi. Non si sono osservate altre importanti complicanze locali o generali.
La mortalità operatoria è stata pari a zero.
La degenza media postoperatoria è stata di 4.2 giorni ( range: 4-8 ).

I risultati a distanza sono stati molto buoni sotto il profilo sia ematologico sia chirurgico.

La splenectomia laparoscopica è un gold standard, ma dovrebbe essere eseguita in Centri di Chirurgia Laparoscopica avanzata che siano in stretta collaborazione con un Centro di Ematologia, ed è indicata in tutti i pazienti candidati a splenectomia, con la sola esclusione dei pazienti affetti da ipertensione portale o con controindicazione alla laparoscopia per gravi patologie associate. Nei Centri altamente specializzati, oltre ai noti risultati della chirurgia mininvasiva, in particolare quelli estetici, che nei giovani pazienti affetti da patologie ematologiche benigne sono importanti, sembrano migliori anche i risultati immediati e a distanza. ( Xagena_2009 )

Carlini M et al, Chir Ital 2009; 61: 427-433



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