Aneurisma dell’aorta addominale e neoplasia sincrona: trattamento endovascolare
L’associazione fra aneurismi dell’aorta addominale e neoplasie solide sincrone è divenuta sempre più frequente, sollevando importanti problematiche relative al trattamento e alla strategia chirurgica di entrambe le malattie.
Il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta ( EVAR, endovascular aneurysm repair ) è il trattamento di scelta dei pazienti ad alto rischio chirurgico.
E’ stata presentata l’esperienza della I Divisione Clinicizzata di Chirurgia Generale dell’Ospedale Maggiore di Verona in pazienti affetti da aneurismi dell’aorta addominale e neoplasie solide trattati con EVAR negli ultimi 6 anni.
Nel periodo 2001-2007, 497 pazienti affetti da aneurismi dell’aorta addominale sono stati trattati o con chirurgia o per via endovascolare. In 53 casi ( 10.6% ) è stata trovata un’associazione con un tumore e 27 di questi pazienti ( 50.9% ) sono stati trattati con EVAR.
Venti pazienti hanno avuto un trattamento metacrono delle due malattie, mentre in 5 casi il trattamento è stato sincrono in considerazione delle condizioni generali del paziente, della sede del tumore, delle possibilità logistiche e dell’incrementata esperienza degli operatori con l’EVAR.
Non si è stato riscontrato alcun caso di mortalità ospedaliera; sono state registrate 4 complicanze perioperatorie ( 14.8% ).
Durante il periodo di follow-up medio di 25.7 mesi ( range: 2-64 mesi ) si sono verificati 5 decessi, 2 nel breve periodo e 3 a lungo termine, nessuno correlato al trattamento dell’aneurisma. Si sono verificati 3 endoleak di tipo II, che si sono risolti spontaneamente, e il 62.9% degli aneurismi trattati ha avuto una riduzione di diametro del 20%, mentre non si è avuta alcuna variazione dei diametri nei restanti casi.
L’EVAR si è dimostrata una terapia sicura ed efficace nei pazienti con neoplasia sincrona, con bassa morbilità e assenza di mortalità. Un trattamento simultaneo delle due malattie può essere eseguito senza rischi aggiuntivi, selezionando adeguatamente i pazienti e utilizzando endoprotesi dotate di uncini e con discreta forza radiale.
Su questa base l’EVAR può essere considerato il trattamento di scelta per questi malati, tenendo però presente che non risulta sempre attuabile e che nei pazienti con buona aspettativa di vita può non rappresentare la soluzione ideale a causa dei risultati peggiori nel medio periodo rispetto alla chirurgia tradizionale. ( Xagena_2008 )
Veraldi GF et al, Chir Ital 2008; 60: 23-31
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