Tumori stromali gastrointestinali
I GIST, neoplasie mesenchimali che originano dalle cellule di Cajal, si riscontrano in qualsiasi tratto dell’apparato digerente, con localizzazione prevalente a livello dello stomaco e dell’ileo.
L’età più frequente di insorgenza è fra la 5a e 6a decade di vita, con prevalenza nel sesso maschile.
La sintomatologia, per lo più vaga e aspecifica, e la relativa sensibilità della diagnostica per imaging spesso non consentono di porre diagnosi in fase precoce, rappresentando talvolta un inatteso reperto intraoperatorio o un quadro d’urgenza chirurgica.
I GIST vengono classificati, in base alle dimensioni e all’indice proliferativo, in tumori a basso e alto grado di malignità; anche la sede e l’acuzie dell’esordio rappresentano parametri significativi ai fini prognostici.
L’esperienza della Chirurgia d’Urgenza e dei Trapianti d’Organo dell’Università di Messina, si riferisce a 15 pazienti con GIST, 7 a sede gastrica, 6 ileale, 1 digiunale e 1 colica.
Il periodo di follow-up medio è stato di 38 mesi.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a resezione chirurgica e, in 9 casi, a terapia adiuvante ( 4 con chemioterapia e 5 con Imatinib mesilato ). Non è stata registrata mortalità postoperatoria, la morbilità è stata del 13.3%.
L’istologia ha consentito di documentare 6 forme benigne e 9 maligne.
Due pazienti ( 1 GIST gastrico e 1 colico ), sono stati persi al follow-up.
Una paziente con GIST e adenocarcinoma dello stomaco è deceduta dopo 16 mesi, i restanti 5 con GIST gastrico sono tuttora viventi; due pazienti con GIST ileale, trattati con chemioterapia, sono deceduti dopo 15 e 18 mesi; la sopravvivenza media dei soggetti trattati con Imatinib mesilato è stata di 36 mesi.
Il trattamento chirurgico rappresenta il gold standard terapeutico dei tumori stromali; l’utilizzo di Imatinib mesilato consente di interferire positivamente sulla comparsa delle recidive nelle forme ad alto grado di malignità e di controllare il decorso in quelle con ripetizioni metastatiche. ( Xagena_2009 )
Versaci A et al, Chir Ital 2009; 61: 161-169
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