Lixiana, un nuovo anticoagulante orale per la fibrillazione atriale non-valvolare, ictus e tromboembolismo venoso


E' disponibile in Italia Lixiana ( Edoxaban ), il nuovo anticoagulante orale ( NAO ) in monosomministrazione giornaliera.
Trova indicazione nella prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica in pazienti adulti affetti da fibrillazione atriale non-valvolare ( FANV ) e per il trattamento e la prevenzione delle recidive di trombosi venosa profonda ( TVP ) e della embolia polmonare ( EP ).

Edoxaban non necessita di monitoraggi continui e non dà interazioni con altri farmaci né con gli alimenti.
Inoltre, è più efficace di Warfarin ( Coumadin ) nei pazienti anziani e più fragili.

Edoxaban inibisce in modo specifico, reversibile e diretto il fattore Xa. Questo fattore della cascata della coagulazione conduce alla formazione di coaguli di sangue.

La sicurezza di Edoxaban è stata verificata anche nelle popolazioni di pazienti anziani e più fragili con condizioni di comorbilità. Questi gruppi sono stati coinvolti estensivamente negli studi clinici che hanno valutato il farmaco. E' stata registrata una riduzione statisticamente significativa del rischio emorragico rispetto al Warfarin.

La cinetica lineare di Edoxaban, come quella degli altri NOAC ( nuovi anticoagulanti orali ), assicura un rapporto dose/risposta ed effetto anticoagulante prevedibile e quindi può essere somministrato a dosaggio fisso giornaliero, rendendo superflui i continui monitoraggi, necessari invece nella terapia a base di Warfarin.
L’assenza di interazioni con cibo e bevande, nonché la possibilità di adeguare il dosaggio in base alle caratteristiche cliniche del paziente, evita poi riduzione dell’efficacia o effetti indesiderati.

Edoxaban nei pazienti anziani con fibrillazione atriale

Gli antagonisti della vitamina K ( AVK ), tra cui il Warfarin, per molti anni sono stati utilizzati per ridurre il rischio di ictus nei pazienti affetti da fibrillazione atriale. Il loro utilizzo si associa a un aumento del rischio di sanguinamenti ancora più pronunciato nella popolazione anziana.
L’età, infatti, aumenta il rischio emorragico che può causare gravi complicanze e persino la morte.
Questo ha comportato, negli anni, un generale sottoutilizzo degli anticoagulanti in questa tipologia di pazienti.

Una analisi prespecificata dello studio ENGAGE AF-TIMI 48, pubblicato sul Journal of American Heart Association ( JAHA ), ha valutato i risultati di efficacia e sicurezza di Edoxaban nei pazienti suddivisi in tre fasce di età ( inferiore a 65 anni, tra 65 e 74 anni, superiore a 75 anni ).

Lo studio ENGAGE AF-TIMI 48 ha messo a confronto Edoxaban e Warfarin, per la prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica, e ha coinvolto 21.105 pazienti affetti da fibrillazione atriale non-valvolare.

Con gli 8.474 pazienti di età uguale o superiore ai 75 anni arruolati, è lo studio su un anticoagulante orale con il più alto numero di pazienti anziani.
Questi pazienti erano soprattutto donne e presentavano in misura maggiore caratteristiche di fragilità, quali basso peso corporeo e ridotta clearance della creatinina ( ClCr ).

Anche nella popolazione di età superiore ai 75 anni, in cui il rischio emorragico è aumentato, Edoxaban ha mostrato un miglior profilo di sicurezza rispetto a Warfarin.
Questo dato è ancora più evidente se si prendono in considerazione le emorragie intracraniche.
Nei pazienti affetti da fibrillazione atriale, dove l’età è associata a un aumento del rischio emorragico, Edoxaban può rappresentare una valida alternativa agli antagonisti della Vitamina-K.

Non sono state riportate interazioni tra il trattamento con Edoxaban e l’età per gli obiettivi principali di efficacia e sicurezza.

Con 12.124 su 21.105 pazienti ( 57% ), ENGAGE è anche lo studio che ha arruolato il più alto numero di pazienti con scompenso cardiaco.
Edoxaban ha confermato il dato di efficacia e di aumentata sicurezza, rispetto al Warfarin, indipendentemente dalla presenza o meno di scompenso cardiaco e dalla gravità di questo.

Edoxaban nella prevenzione delle recidive di tromboembolismo venoso

Una analisi post hoc dello studio Hokusai-VTE ha valutato l’efficacia di Edoxaban, in monosomministrazione giornaliera, nel trattamento e nella prevenzione delle recidive di tromboembolia venosa ( TEV ) in 8.292 pazienti affetti da trombosi venosa profonda e/o embolia polmonare.

In questa analisi, pubblicata su Lancet Haematology, Edoxaban si è dimostrato altrettanto efficace e più sicuro rispetto al Warfarin nel trattamento a lungo termine.

Sono stati confrontati i risultati della terapia a lungo termine ( dai 3 ai 12 mesi ) sui 3.633 pazienti trattati con Eparina ed Edoxoban e sui 3.594 pazienti trattati con Eparina e Warfarin.
Il trattamento ha avuto una durata media di 9 mesi.
Dopo i primi 3 mesi, la recidiva di tromboembolismo venoso è stata registrata nell’1.1% dei pazienti in terapia con Edoxaban e nell’1.2% di quelli trattati con Warfarin.
Tra 3 e 6 mesi, il numero dei casi è stato, rispettivamente, di 0.7% e di 0.5%.
Tra 6 e 12 mesi, i casi si sono ridotti a 0.2% tra i pazienti trattati con Edoxaban contro lo 0.8% tra quelli in terapia con Warfarin.

L’analisi ha inoltre evidenziato la minore incidenza di emorragie maggiori nei pazienti trattati con Edoxaban, che ha registrato una percentuale dello 0.3% rispetto allo 0.7% del gruppo trattato con Warfarin ( tra 3 e 12 mesi ).

Il rischio di recidive è rilevante nei pazienti con tromboembolismo venoso e molti hanno bisogno di continuare ad assumere anticoagulanti anche per più di tre mesi, periodo raccomandato dalle linee guida.
Lo studio ha dimostrato che Edoxaban fornisce una valida alternativa al Warfarin per i pazienti che richiedono una terapia a lungo termine per la prevenzione secondaria di tromboembolie venose.
Il trattamento prolungato con Edoxaban si è dimostrato, infatti, non solo efficace, ma anche più sicuro, perché associato a una riduzione dei sanguinamenti maggiori rispetto al Warfarin. ( Xagena_2016 )

Fonte: Daiichi Sankyo, 2016

Xagena_Medicina_2016