Anticorpi monoclonali anti-PCSK9 nel trattamento della ipercolesterolemia familiare


I nuovi anticorpi monoclonali Alirocumab ( Praluent ) ed Evolocumab ( Repatha ), che agiscono sulla proteina PCSK9 ( proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 ), sono in grado di ridurre del 56% il colesterolo LDL nei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare eterozigote ( HeFh ).

Al Congresso della Società Europea di Cardiologia ( ESC ) sono stati presentati i risultati dell’impiego di Alirocumab.
Allo studio fi fase 3 hanno preso parte 1.257 pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote. Dopo soli sei mesi, raggiunto l’endpoint primario di efficacia, i pazienti sottoposti al trattamento con Alirocumab hanno più che dimezzato i livelli di colesterolo LDL, rispetto ai pazienti sottoposti a trattamento con placebo ( p inferiore a 0.0001 ).
Sono state rilevate riduzioni già dalla quarta settimana, mantenute poi per tutta la durata della terapia, fino alla settimana 78.

In genere circa il 20% dei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare eterozigote raggiunge valori di colesterolo LDL inferiori a 100 mg/dL grazie al trattamento con statine.
Nello studio presentato, fino al 75% dei pazienti sottoposti a trattamento con Alirocumab in aggiunta alla terapia standard ha raggiunto l’obiettivo di riduzione dei livelli di colesterolo LDL già dalla settimana 24.

Entrambi i dosaggi di Alirocumab, 75 mg e 150 mg, hanno ridotto significativamente i livelli di colesterolo LDL al di sotto di 100 mg/dL e questi valori sono stati mantenuti sino a 78 settimane, offrendo ai pazienti e ai loro medici un approccio più flessibile al trattamento, con eventi avversi analoghi a quelli riscontrati nel trattamento con placebo.

Nel corso del Meeting dell'ESC, sono stati presentati i risultati ottenuti con l’impiego di un altro anticorpo monoclonale, Evolocumab, ( -56% di colesterolo LDL ), rispetto alla terapia standard ( -12% ).
I dati derivanti dall’analisi aggregata a lungo termine che valutano i pazienti che non riescono a raggiungere i livelli di colesterolo LDL con le statine o con Ezetimibe non hanno evidenziato nuovi rischi per la sicurezza, e hanno confermato che l’aggiunta di Evolocumab induce ulteriori riduzioni del colesterolo LDL.

Le persone affette da ipercolesterolemia familiare eterozigote presentano una forma ereditaria di colesterolo elevato che non sono in grado di metabolizzare naturalmente ( omozigote ). Ciò implica un eccesso di colesterolo LDL libero, che può indurre aterosclerosi e quindi essere causa di infarto miocardico o di ictus. ( Xagena_2015 )

Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting, 2015

Xagena_Medicina_2015