Rivaroxaban riduce la mortalità nei pazienti con sindrome coronarica acuta
Nello studio ATLAS ACS 2-TIMI 51, l’anticoagulante Rivaroxaban ( xarelto ) ha raggiunto l’endpoint primario di efficacia, riducendo in modo significativo l’insieme di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus nei pazienti con sindrome coronarica acuta.
Rivaroxaban, alla dose di 2.5 mg due volte al giorno, ha ridotto in modo significativo di oltre il 30% sia la percentuale di mortalità cardiovascolare che l’incidenza di mortalità per qualsiasi causa.
Nei pazienti in trattamento con Rivaroxaban i sanguinamenti maggiori sono risultati significativamente aumentati, senza alcun aumento del rischio di sanguinamento fatale.
La sindrome coronarica acuta è una manifestazione clinica grave della malattia aterosclerotica che interessa le coronarie. Il termine sindrome coronarica acuta viene solitamente usato per descrivere il dolore toracico associato a due diversi quadri clinici: l’angina instabile ( dolore acuto e improvviso ) e l’infarto miocardio acuto ( dolore prolungato ).
Lo studio ATLAS ACS 2-TIMI 51 ( Anti-Xa Therapy to Lower cardiovascular events in Addition to aspirin with/without thienopyridine therapy in Subjects with Acute Coronary Sindrome ) è stato disegnato per verificare l’efficacia di Rivaroxaban rispetto al placebo nella prevenzione di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus nei pazienti con sindrome coronarica acuta.
I pazienti sono stati trattati con terapia antipiastrinica standard più 2.5 mg o 5 mg bid di Rivaroxaban oppure placebo. Dei 15.526 pazienti randomizzati nello studio, il 93% ha ricevuto Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) e una tienopiridina in aggiunta a Rivaroxaban oppure placebo, mentre i rimanenti sono stati trattati con Aspirina più Rivaroxaban o placebo.
Rivaroxaban è un anticoagulante orale, dotato di rapidità d’azione con una risposta alla dose prevedibile ed un’elevata biodisponibilità, non richiede alcun monitoraggio di routine della coagulazione e ha una limitata potenzialità di interazioni con gli alimenti e altri farmaci.
Rivaroxaban è già commercializzato per la prevenzione del tromboembolismo venoso ( TEV ) nei pazienti adulti in seguito a intervento elettivo di sostituzione d’anca o di ginocchio, ed è l’unico anticoagulante orale che, in questa indicazione, ha dimostrato costantemente una superiore efficacia rispetto all’Enoxaparina ( Clexane ).
Negli Stati Uniti, Rivaroxaban ha ricevuto anche l’autorizzazione all’immissione in commercio per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale.
L’ampio programma di sperimentazioni cliniche a sostegno di Rivaroxaban ne fa l’inibitore orale diretto del fattore Xa più studiato e con il più ampio numero di pubblicazioni. Gli studi, segnalati e in corso, coinvolgono più di 75.000 pazienti per la prevenzione e il trattamento dei disturbi tromboembolici venosi e arteriosi in un’ampia gamma di patologie croniche e acute, comprendenti la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale, il trattamento della trombosi venosa profonda e la prevenzione dell’embolia polmonare e della trombosi venosa profonda ricorrenti, nonché la prevenzione secondaria della sindrome coronarica acuta. ( Xagena_2011 )
Fonte: The New England Journal of Medicine, 2011
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