Malattia cardiaca nei giovani: depressione e storia di tentato suicidio come fattori di rischio per la mortalità
Anche se la depressione è associata ad un'aumentata morbilità e mortalità cardiovascolare, non esistono informazioni sulla possibilità che aumenti il rischio nella popolazione giovane.
Si è cercato di determinare l'associazione tra depressione unipolare e bipolare e una storia di tentato suicidio con la mortalità per cardiopatia ischemica e malattie cardiovascolari nei giovani adulti negli Stati Uniti ed esaminare le potenziali differenze tra i sessi.
E' stato elaborato uno studio epidemiologico longitudinale su un totale di 7641 adulti americani di età compresa tra 17 e 39 anni individuati dal 1988-1994 Third National Health and Nutrition Examination Survey.
Sono state considerate le malattie cardiovascolari e la mortalità da cardiopatia ischemica.
La depressione unipolare o bipolare e una storia di tentativi di suicidio sono state valutate attraverso Diagnostic Interview Schedule.
Dopo un follow-up mediano di 14.9 anni, un totale di 51 soggetti ( 0.67% ) sono deceduti per cause cardiovascolari e 28 ( 0.37% ) a seguito di cardiopatia ischemica.
La depressione ( 538 individui, 7.04% ) e la storia di tentato suicidio ( 419, 5.48% ) sono stati singolarmente associati a un aumentato rischio di mortalità per cardiopatia ischemica, con hazard ratio ( HR ) di 3.70 per la depressione e 7.12 per una storia di tentato suicidio.
Le donne con depressione o storia di tentato suicidio hanno avuto un rischio aggiustato di malattia cardiovascolare 3 volte maggiore ( hazard ratio aggiustato, 3.20 ) e 14 volte per il rischio aggiustato di cardiopatia ischemica ( HR=14.57 ).
I valori corrispondenti per gli uomini sono stati 2.37 e 3.52.
In conclusione, negli adulti di età inferiore ai 40 anni, la depressione e una storia di tentativo di suicidio sono risultate predittori indipendenti di mortalità prematura per malattia cardiovascolare e cardiopatia ischemica per entrambi i sessi. ( Xagena_2011 )
Shah AJ et al, Arch Gen Psychiatry 2011; 68: 1135-1142
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Cardio2011 Psyche2011