Più alta mortalità dopo trasfusione di sangue nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST


Le trasfusioni di sangue eseguite su pazienti, che hanno sofferto in tempi recenti di infarto miocardico, possono causare un aumento della mortalità.

Lo studio condotto da Ricercatori della Cleveland Clinic Foundation nell’Ohio ( USA ) aveva come obiettivo quello di determinare la percentuale di mortalità tra i pazienti con infarto miocardico sottoposti a trasfusioni di sangue.

Lo studio ha riguardato 4.073 pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ).

Tra i 363 pazienti che hanno ricevuto trasfusioni, la percentuale di morte dopo 30 giorni dall’infarto miocardico è stata del 13% contro il 5% nei pazienti non trasfusi.
Dopo aggiustamento, la trasfusione era ancora associata a più alta mortalità.

I dati hanno mostrato che i pazienti che hanno ricevuto le trasfusioni erano più anziani, con maggiore probabilità di sesso femminile e di soffrire di malattia vascolare periferica.
Inoltre, avevano una maggiore probabilità di avere una storia di diabete e l’abitudine al fumo.

Secondo Vivek Rajagopal della Cleveland Clinic Foundation e principale autore dello studio, è emerso che le trasfusioni di sangue potrebbero essere associate ad un aumento della mortalità .
Tuttavia, occorre prudenza nel trarre conclusioni affrettate.
La più alta mortalità dopo trasfusioni di sangue potrebbe essere un marker di grave condizione in cui versa il paziente. ( Xagena_2006 )

Fonte: American College of Cardiology – Meeting, 2006






Cardio2006