Melanoma in fase avanzata con mutazione in V600: efficacia a lungo termine del trattamento di combinazione con Encorafenib e Binimetinib


Il trattamento di combinazione con gli inibitori di BRAF e MEK rappresenta uno standard terapeutico nei pazienti con melanoma avanzato che presentano una mutazione di BRAF in V600.

Alle due combinazioni di farmaci già disponibili dal 2015 ( Dabrafenib + Trametinib e Vemurafenib + Cobimetinib ) si è aggiunta la possibilità di prescrivere una terza combinazione di inibitori di BRAF e MEK, Encorafenib e Binimetinib, che presenta un profilo di attività clinica ed efficacia a lungo termine sostanzialmente sovrapponibile rispetto ai trattamenti precedentemente registrati, con una minore frequenza di alcuni effetti collaterali che hanno un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti, quali l’iperpiressia e la fotosensibilità.

All’ultimo aggiornamento dei dati dello studio randomizzato di fase 3 COLUMBUS con Encorafenib + Binimetinib, con un follow-up mediano superiore a 4 anni, il regime attualmente in indicazione ( Encorafenib 450 mg/die e Binimetinib 45 mg ×2/die ) ha ottenuto una mediana di sopravvivenza globale pari a 33,6 mesi, con una sopravvivenza libera da progressione pari a 14,9 mesi; il 76% dei pazienti ha ottenuto una risposta parziale o completa al trattamento.
Il 16% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di effetti collaterali.
A 3 anni, il 47% dei pazienti era in vita.

Le reazioni da fotosensibilità di ogni grado si sono verificate nel 3,6% dei pazienti trattati con la combinazione di Encorafenib + Binimetinib ( contro il 34% di Vemurafenib + Cobimetinib ), mentre l’iperpiressia di ogni grado si è verificata nel 19,8% dei casi ( contro il 59% di Dabrafenib + Trametinib ).

Nella analisi a dati aggregati a 5 anni dei due studi di fase 3, la combinazione di Dabrafenib + Trametinib ha ottenuto una sopravvivenza mediana pari a 25,9 mesi, con una sopravvivenza mediana libera da progressione pari a 11,1 mesi; il 44%, 37% e il 34% dei pazienti erano vivi a 3, 4 e 5 anni, rispettivamente.( Xagena_2021 )

Fonte: Recenti Progressi in Medicina, 2021

Xagena_Medicina_2021