Coinvolgimento dell’epitelio pigmentato retinico e del nervo ottico nei pazienti affetti da vitiligine
Uno studio ha analizzato il coinvolgimento dell’epitelio pigmentato retinico e del nervo ottico nei pazienti affetti da vitiligine ( n=40, 12 di sesso maschile e 28 di sesso femminile, età 12-82 anni; media 45.8 ).
I pazienti sono stati sottoposti a valutazione dermatologica, a visita oculistica completa seguita da elettrooculogramma e dall’esame dei potenziali evocati visivi.
L’esame del fondo dell’occhio è risultato normale e non ha mostrato alcun aspetto caratteristico tale da poter essere considerato tipico della vitiligine. Sedici pazienti avevano alterazioni dei potenziali evocati visivi ( 9 con riduzione dell’ampiezza, 7 con riduzione dell’ampiezza ed aumentata latenza ); 4 pazienti mostravano solo un indice di Arden ( AI ) minore o uguale a 180; 4 pazienti mostravano alterazioni dei potenziali evocati visivi con AI inferiore o uguale a 180.
L’elettrooculogramma ha evidenziato un caso patologico ( AI inferiore o uguale a 160 ), 7 subnormali ( AI compreso tra 160 e 180 ) e 32 normali ( AI superiore o uguale a 180 ).
La media dell’indice di Arden era di 249 nei pazienti con vitiligine rispetto a 277.2 nei controlli.
I pazienti con potenziali evocati visivi alterati ed elettrooculogramma anormale hanno evidenziato una maggiore durata di malattia, un coinvolgimento cutaneo molto superiore alla media; le alterazioni dei valori dei potenziali evocati visivi ( ampiezza e latenza ) si sono dimostrate di gran lunga più marcate rispetto a quelle osservabili negli altri soggetti a conferma che la contemporanea presenza di anomalie in entrambi gli esami è tipica dei casi più gravi.
Inoltre i pazienti con solo potenziali evocati visivi patologici ( 12 casi ) hanno mostrato una durata media di malattia sensibilmente superiore mentre quelli che avevano esclusivamente l’indice di Arden inferiore a 180 hanno mostrato una media della superficie corporea affetta da vitiligine lievemente maggiore.
Dallo studio è emerso che nei casi in cui la malattia è più estesa e dura da più tempo siano presenti i dati elettrofisiologici oculari peggiori. I potenziali evocati visivi e l’elettrooculogramma nei pazienti affetti da vitiligine costituiscono un metodo interessante per valutare l’evoluzione della malattia, perché possono rivelare l’interessamento subclinico sia delle vie ottiche sia dell’epitelio pigmentato retinico. I risultati di questi due test sono correlati con la durata della malattia e con l’estensione delle lesioni cutanee. ( Xagena_2010 )
Perossini M et al, Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia 2010;145:141-149
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Dermo2010