Il diabete e un precedente infarto miocardico sono forti predittori di mortalità totale
L'entità del rischio di mortalità coronarica associata al diabete o ad un precedente infarto miocardico è tema di discussione.
L'effetto dell'età, i fattori di rischio e la durata del follow-up possono spiegare le discrepanze nelle precedenti ricerche.
Le associazioni con la mortalità non-cardiovascolare sono state poco studiate.
L'obiettivo di un gruppo di Ricercatori dell'Università Federico II di Napoli è stato quello di confrontare i pattern di mortalità negli uomini con storia di diabete o di infarto miocardico, e di valutare gli effetti sulla mortalità dell'età, dei fattori di rischio cardiovascolari e la durata del follow-up.
E' stata confrontata la mortalità a 25 anni di 4.809 uomini affetti solo da diabete e di 4.625 uomini con solo infarto miocardico ( tutti con età compresa tra 35 e 57 anni ).
L'hazard ratio ( HR ), aggiustato, di mortalità per tutte le cause di coloro che avevano solo infarto miocardico versus l'HR di coloro che erano affetti solo da diabete è stato 0.97 ( p = 0.32 ).
Il pattern di morte è risultato differente: più alta mortalità coronarica ( HR = 1.37, con p < 0.001 ) e più bassa mortalità per cause non-cardiovascolari ( HR = 0.66, con p < 0.001 ) per quelli con solo infarto miocardico rispetto a quelli con solo diabete.
L'hazard ratio di mortalità coronarica si è ridotto in modo significativo nel corso del followo-up ( 2.7, 1.7, 1.2, 1.1 e 1.0 per un periodo di follow-up inferiore o pari a 5, 6-10, 11-15, 16-20 e più di 20 anni, rispettivamente ).
Mentre, l'hazard ratio per la mortalità non-cardiovascolare è rimasto relativamente costante.
In generale, il diabete e l'infarto miocardico sono, in modo similare, sono forti predittori di mortalità totale.
Una maggiore mortalità da cause non-cardiovascolari è stata osservata solo tra i pazienti con diabete, mentre un precedente infarto miocardico era un predittore di mortalità coronarica più forte rispetto al diabete.
La differenza in mortalità coronarica tra i due gruppi è stata più evidente nei primi 10 anni di follow-up.( Xagena_2004 )
Vaccaro O et al, Arch Intern Med 2004; 164: 1438-1443
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