L’impiego dei glitazoni associato a rischio di fratture nei pazienti con diabete mellito di tipo 2


I tiazolinedinedioni, detti anche glitazoni, possono influire negativamente sullo scheletro, riducendo la formazione ossea ed accelerando la perdita ossea.

Uno studio ha esaminato l’associazione tra l’uso di tiazolidinedioni o altri farmaci antidiabetici, ed il rischio di fratture.

L’analisi caso-controllo nested ha utilizzato i dati dell’UK General Practice Research Database.

Lo studio ha riguardato 1.020 pazienti con una frattura a basso trauma e 3.728 soggetti di controllo.

Dopo aggiustamento per età, indice di massa corporea ( BMI ), altri farmaci antidiabetici, co-trattamento e comorbidità, l’odds ratio ( OR ) per coloro che facevano uso di 8 o più prescrizioni di glitazone ( corrispondenti a circa 12-18 mesi di terapia ) rispetto al non-uso, è stato pari a 2.43.

Il Rosiglitazone ( Avandia ) ( OR=2.38 ) ed il Pioglitazone ( Actos ) ( OR=0.59 ) erano impiegati più frequentemente dai pazienti con frattura ( soprattutto frattura dell’anca e del polso ), rispetto ai controlli.

L’associazione era indipendente dall’età e dal sesso del paziente, e tendeva ad aumentare con la dose del glitazone.

Nessun rischio di frattura è stato trovato associato all’impiego di altri farmaci antidiabetici per os.

Questa analisi ha fornito ulteriori evidenze di una possibile associazione tra l’uso nel lungo periodo dei tiazolidinedioni e le fratture nei pazienti con diabete mellito. ( Xagena_2008 )

Meier C et al, Arch Intern Med 2008; 168: 820-825



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XagenaFarmaci_2008